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Il principio dell'utilizzo dell'acqua nei propulsori a combustione interna non è nuovo, si parla già di prime applicazioni nel diciannovesimo secolo con il motore a gas di Pierre Hugon nel 1865. E ci si imbatte in una massiccia diffusione durante la Seconda Guerra Mondiale per migliorare prestazioni e affidabilità degli aerei da combattimento. Erano dotati d'iniezione d'acqua il motore tedesco DB 605 montato sui Messerschmitt BF109 e BF 110, il gruppo Bmw 801 montato sul Focke-Wulf Fw 190 ma anche l'unità Pratt & Whitney R-2800-59 del Republic P-47 Thunderbolt (dalla versione P-47D) e il motore Packard V-1650-9 montato sul P-51H. E così, impropriamente, la stampa francese lo ha definito “motore ibrido ad acqua”, ma la proposta di Laurent Baltazar - un inventore bretone che vende ogni anno circa 1.000 kit “eco water” - è di grande attualità perché consente di risparmiare benzina, diventata costosissima anche Oltralpe.
Lo hanno utilizzato la Ford per il suo modello sportivo Escort Cosworth 4WD, la Ferrari per le monoposto di Formula 1 126 C2 e C3 fino a giungere al recente Waterboost progettato e realizzato dalla Bosch per i motori benzina della Bmw M4 GTS. Proprio Bosch spiega che in certi motori ciclo otto quasi un quinto della benzina consumata dalle automobili viene completamente sprecata per rinfrescare i condotti di aspirazione, senza partecipare attivamente alla combustione. Per risolvere l’inconveniente, questa piccola quantità di benzina viene sostituita dall'acqua. L'aggiunta alla miscela (aria e benzina) di acqua vaporizzata tramite iniezione consente di disperdere una maggiore quantità di calore, grazie all'elevato valore di energia di vaporizzazione richiesta, e il gas di scarico pertanto fluiscono dal cilindro a temperature notevolmente inferiori. Il tutto grazie al fatto che l'acqua sottrae grande quantità di calore per evaporare.
La soluzione del Waterboost consente in fase di progetto di aumentare il rapporto di compressione (quindi della potenza erogata), nonché di ottenere un maggior riempimento di 'carica fresca' nel cilindri. Ciò migliora il funzionamento del turbo e riduce il fenomeno della detonazione, tipico dei motori a benzina. Aumenta anche la durata di molti organi, delle candele e dell'olio lubrificante, con importanti vantaggio anche a livello di emissioni perché le minori temperature raggiunte comportando un abbattimento degli ossidi di azoto. Laurent Baltazar - che con la sua soluzione ha già vinto due medaglie al concorso Leonardo da Vinci della Federazione francese degli inventori e al Concorso degli inventori del Salon de Provence - punta ora ad ingrandirsi, visto che il suo kit (500 da montare, circa 1.000 installato su auto anche usate) ha ottenuto commenti positivi da chi lo sta già usando, non certo perché l'acqua (distillate) viene 'bruciata' al posto della benzina, ma perché il consumo del prezioso carburante è ottimizzato dalle inferiori temperature di funzionamento.