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Ricordate l'incidente della Fremantle Highway dello scorso anno? Una nave in navigazione in acque olandesi carica di auto andò a fuoco e ci fu anche un decesso. Da molti mesi sono in corso le operazioni di messa in sicurezza e recupero e la buona notizia è che, in realtà, molte delle auto a bordo (1.000 su oltre 3.700) si sono salvate e - a margine della cronaca - non una delle 498 auto elettriche a bordo è bruciata, tanto che sono state recuperate.
Destino diverso per 260 nuove BMW a bordo che, in seguito al pagamento dell'assicurazione (circa 300 milioni di euro) sono diventate proprietà di una società di Taiwan che le ha cedute ad un'altra società di brokeraggio di Rotterdam che a sua volta le ha messe in vendita. Venuta a sapere della cosa, BMW si è opposta in tribunale alla vendita per ragioni di sicurezza, mentre i broker si giustificano dicendo che le auto sono solo sporche di cenere.
La battaglia legale vede la Casa tedesca decisa ad ogni costo a impedire a queste auto di essere rimesse in circolazione, mentre gli attuali proprietari ritengono che possano essere vendute accampando la scusa che "verrebbero vendute su mercati fuori dalla UE" con regole meno stringenti sulla sicurezza e sulla qualità.
Gli avvocati di BMW replicano che questo non le rende meno pericolose perché le alte temperature a cui sono state esposte possono aver danneggiato in modo non evidente le vernici, i cavi elettrici e le parti metalliche. E se questi difetti dovessero rivelarsi in seguito - aggiungiamo noi - è evidente il danno d'immagine che ne avrebbe BMW. Le Audi e Mercedes che erano a bordo della stessa nave sono già state ritirate dai costruttori e demolite.