Cesar Muntada, capo del lighting department di Audi «L’arte è importante per noi, un’auto è una scultura su strada, con cui tutti si confrontano e i fari le danno espressione»
18 aprile 2015
Milano in questi giorni è la meta ideale di ogni viaggiatore tra l’Expò alle porte, il Salone del Mobile e il Fuorisalone. Proprio in via Montenapoleone 27c, in pieno centro a pochi passi dalla Madonnina, non è certo nascosto o difficile da trovare l’Audi City Lab, ovvero la galleria di progetti e il laboratorio di idee al terzo piano del negozio Audi: è qui che si riuniscono tutti gli appassionati d’automobile, e non solo, secondo un ricco calendario di incontri che è partito lo scorso mercoledì 15 aprile e prosegue fino a giovedì 23.
Se i primi ospiti sono stati Walter de Silva e Philippe Daverio, e dopo Felice Limosani e Francesco Morace moderati da Maurizio Melis del Sole 24 Ore, ieri, venerdì 17, è stata la volta di Moritz Waldemeyer, giovane (1974) artista e designer tedesco che vive a Londra, che con
Cesar Muntada, designer spagnolo a capo del lighting department di Audi, ha discusso del ruolo della luce nell’auto (moderati sempre da Melis, per il calendario dei prossimi incontri:
www.audicitylab.audi.it).
Waldemeyer ha anche presentato la sua personale installazione realizzata site specificper la vetrina del negozio in via Montenapoleone, una fila di led rossi e bianchi a simboleggiare i fari delle auto: se ti vengono incontro li vedi bianchi, altrimenti sono i fari posteriori e quindi rossi.
Installazione futurista
In quest’installazione che attraversa il negozio dal basso verso l’alto c’è un richiamo all’arte in movimento dei Futuristi? «Sì - ci confida Waldemeyer - c’è un riferimento a questa corrente perché la luce è avanguardia, e Audi in fondo rappresenta la novità. Soprattutto, però, secondo me l’Audi è una macchina sportiva, e io ho realizzato un’installazione sportiva, in movimento».
Cesar Muntada si è detto molto colpito dall’opera di Waldemeyer perché esprime al meglio il dinamismo che la luce riesce a dare ad un’automobile: «Attraverso l’illuminazione si possono comunicare le informazioni sia a chi guida che a chi si incontra per strada - dice. I fari in particolare sono gli occhi dell’auto, le danno espressione. L’uso dei led, poi, ci ha permesso di creare delle linee più espressive e lunghe, di cui Audi ha fatto la sua firma personale».
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Audi City Lab è in via Montenapoleone a Milano
Estetica? Sempre in funzione della sicurezza
Tra le luci al led e l’installazione di Waldemeyer effettivamente il parallelismo è netto: una lunga striscia di luci bianche e rosse che, mossa, attraversa lo spazio del negozio, ricorda anche i fari stessi che l’Audi ha creato, anch’essi attraversati da led a onde. Non è un vezzo eccessivo, che distrae dall’attenzione alla guida? E qual'è il metro per misurare fino a che punto un’auto può osare quanto ad accorgimenti estetici? «L’estetica è sempre in funzione della sicurezza - risponde Cesar -. La nostra luce di giorno e di notte è così marcata che la macchina si vede, eppure le scelte di stile devono avere un senso nel complesso dell’automobile: mi è capitato di non realizzare dei progetti esteticamente molto validi, ma che non favorivano al cento per cento la sicurezza».
L'auto cambierà molto in futuro
Con l’affinarsi delle competenze umane in campo ingegneristico e tecnologico secondo lei l’auto continuerà ad esistere o verrà sostituita da altri mezzi di trasporto? «Certamente noi abbiamo ormai sviluppato tecnologie ecologiche e di basso impatto ambientale - continua Cesar -. E cambierà ancora, per migliorare, il motore delle automobili.
L’auto non sparirà perché l’uomo si è sempre mosso in autonomia
L’auto, però, non sparirà: perché l’uomo si è sempre mosso in autonomia, è una necessità intrinseca, basta pensare all’uso del cavallo fin dall’antichità. Cambierà quindi il motore dell’auto, ma non l’auto come mezzo». E Audi infatti è da tempo in prima linea nella progettazione di tecnologie a basso impatto ambientale «Certo, anche se non ci interessa arrivare per primi in questo senso. Vogliamo essere precisi: presentarci al mercato con un prodotto definitivo».
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In mostra anche R8 e Rs6
Arte e idee
Avete coinvolto Waldemeyer, acquisirete questo lavoro per una vostra collezione d’arte contemporanea privata?
«No, non lo acquisiremo anche se lo abbiamo commissionato per quest’occasione milanese».
E il rapporto con l’arte vi aiuta a trovare delle idee?
«L’arte per noi è importante perché un’auto è una scultura su strada, con cui tutti si confrontano. Eppure una macchina ha un uso preciso, l’arte invece non ha una funzione concreta. Può ispirare, e noi ricaviamo dall’arte molte idee per il nostro lavoro».
Marta Calcagno Baldini
La luce, dalla sicurezza all'arte di Moritz Waldemeyer, all'Audi City Lab