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L'addio ai motori endotermici in Gran Bretagna è rimandato di cinque anni. Il premier Rishi Sunak ha infatti annunciato che il bando alla vendita di nuove auto benzina e diesel, previsto per il 2030, sarà rinviato al 2035. "Allenteremo la transizione verso l'elettrico", ha spiegato il primo ministro, aggiungendo che a suo avviso la maggior parte dei veicoli venduti nel Regno Unito nel 2030 sarà elettrica, per via dei prezzi inferiori rispetto a quelli attuali. "Per ora la scelta spetta a voi clienti, e non al governo che vi forza a prenderla".
La decisione di posticipare lo stop alle vetture endotermiche di cinque anni porta il Regno Unito sulla stessa tabella di marcia dell'Unione Europea. Ma la scelta di Sunak è stata criticata da alcune case automobilistiche, che hanno già intrapreso investimenti per raggiungere l'obiettivo nel 2030. Secondo quanto riporta Automotive News, un portavoce di Kia ha spiegato che questa decisione "altera complesse negoziazioni della catena di distribuzione e del product planning, oltre a generare potenzialmente della confusione tra i clienti e nel settore".
"l settore dell'auto sta investendo per raggiungere l'obiettivo - ha dichiarato a The Drive il direttore generale di Ford UK, Lisa Brankin -. È la più grande trasformazione di un settore da più di cento anni, e l'obiettivo 2030 del Regno Unito rappresenta una spinta cruciale per accelerare il futuro sostenibile di Ford. La nostra azienda necessita di tre cose dal governo del Regno Unito: ambizione, impegno e costanza. Rinviare oltre il 2030 andrebbe a minarle tutte".
Da Volkswagen, invece, sostengono la necessità di "una struttura regolatoria chiara e affidabile che generi certezze nel mercato e fiducia da parte dei clienti. Queste normative dovrebbero comprendere obiettivi vincolanti per il lancio delle infrastrutture e incentivi per indirizzare il percorso". Da Toyota, infine, è arrivato un plauso per un provvedimento che "riconosce che tutte le tecnologie a basse emissioni ed economiche possono avere un ruolo in una transizione pragmatica".