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Del perché da loro si muore meno di Covid-19, non abbiamo certezza assoluta ma solo ipotesi, da confermare. Sulle loro auto invece sappiamo tutto, quasi tutto anche della loro industria e delle scelte di politica.. O no? Parliamo dei tedeschi di Germania ovviamente. Il mondo dell’auto è dominato dai loro colossi e proprio da quelli che l’hanno inventata (Daimler) e massimizzata industrialmente l’automobile, ci attendiamo mosse ben ragionate anche per il post-Covid.
Perché tocca ripeterlo anche sulle pagine di un magazine del nostro di altro settore: inutile aspettare miracoli impossibili, non torna “tutto come prima” e lo chiamiamo Post-Covid perché si differenzia molto da quanto era normale, fino al 2019. Venendo all’auto: tutti sono curiosi di sapere come funziona adesso, in Germania. Funziona che hanno riaperto solo da un giorno e non si può dire. Ma è certo positivo per le persone tornare a lavorare. Il settore è fatto per fortuna ancora da qualcuno che lo apprezza, a cui piace fare, vendere e assistere auto. Le paure da superare ci sono anche da loro. Le polemiche meno. Quindi nessuno sgarro perché non è “da furbi” ma nemmeno se lo sognano di fare: igiene, mascherine, guanti per tutti e volendo anche protezione occhi. Poi appuntamenti non gente che passa insieme a caso o fa coda per provare la novità auto. In concessionaria si ricomincia ad andare così, perchè online si affina la conoscenza delle vetture, si anticipa prezzo e metodo pagamento, volendo, ma ancora per qualche annetto toccherà andarci, dal rivenditore auto. Che poi loro, i tedeschi, invero possono pure ritirarle dalle linee produzione di Wolfsburg e Stoccarda se vogliono, le "loro" auto.
Insomma nell'immediato sono più le variazioni di metodo che quelle di gusto e voglia nel guidare un’auto nuova. Tempo qualche settimana e si vedrà il trend effettivo, influenzato dal resto delle restrizioni sanitarie e sociali che si allentano. Volumi e segmenti. Peraltro un trend primaverile sfalsato da troppi mesi di accumulo in tutti i sensi, per l'auto. Attesa di consegne non avvenute di inverno per prima cosa, attesa di ricambi in stabilimento e altro ancora di formale. Non è immediato a pieno regime, anzi, motori al super-minimo, ma gradualmente si riaccende e muove il settore.
Guardando un po’ più in la nel tempo però, come ci auguriamo facciano i massimi leader italiani, cosa fanno le Case auto tedesche e il governo per il settore? Finanziamenti, denaro a prestito per tutta la Fase2 e oltre. Liquidità nelle casse di aziende che devono lavorare, produrre i mezzi tedeschi. Ne abbiamo già scritto da subito, a livello economico e il trend si conferma, nel batter cassa ottendendo risposta ai piani alti.
Attenzione però alla droga degli incentivi. Quella rottamazione che noi stessi giudichiamo dovuta in Italia. Se da un lato aiuta automobilisti e parte della filiera, subito, dall’altro chi rafforza nel lungo termine? A essere nazionalisti invece che altruisti come noi, si potrebbe fare un conto e capire, come ha fatto il signor Gabriel Felbermayr. È vero, si tratta di un economista austriaco, mondo accademico. Ma nativo di Steyr, terra di produzione "del ferro" molto legata anche al mondo tedesco dell’auto. Non a caso, tolti i titoli accademici e di ruolo in vari enti, ha anche accumulato anni di formazione tra Stoccarda e Monaco, città “fatte” di Mercedes, Porsche e BMW. Soprattutto, quello che oggi dice no agli incentivi per rottamare vecchie auto in Germania aiutando i tedeschi a risparmiare nell’acquisto, è un giovane over40 che non figura nelle dirette social ma ha la “cadrega” nel Wissenschaftlicher Beirat: consiglio di suggeritori fidati per il governo della grande Germania.
In pratica è consulente dei Ministeri dell’Economia e dell’Energia. Se lo ascoltano, al governo, lui oggi dice che gli incentivi 2020 o 2021 che siano, non vanno fatti. Che costano e sono problematici. Ma come, penseremmo noi, proprio da loro? Perché non siamo come nel 2009, o meglio, la quota di auto non tedesche in Germania è la stessa (purtroppo per loro) e il Covid è altro fattore che la vecchia crisi tutta "dei soldi". Se favoriscono l’acquisto libero di auto lato domanda, invece di dar soldi direttamente alle Case ed aziende locali, finiscono per favorire “il nemico” dell'industria nazionale, che usa anche altre fonti extra-europee.
Il ragionamento ha un suo perché. I tedeschi del 2020 se vogliono i soldi per comprare l’auto privata li hanno ancora oggi, insieme al lavoro dato dalle aziende (appunto: stanno meglio di noi italiani) o comunque li possono prendere a condizioni finanziare favorevoli rispetto al passato. Con tassi bassi e banche ovviamente tedesche che lavorano anche loro su questo servizio.
Nel mondo post-Covid dove l’auto continuerà a servire eccome, pure a piacere, anche se non si sa bene quale auto, le limitazioni logistiche e sanitarie influenzeranno i trasporti, la filiera. Quelle normative ed ecologiche invece, scelte dai governi, la tipologia di motorizzazione e tecnologia dominante. Far cambiare più facilmente e liberamente a tutti l’auto subito potrebbe favorire anche soluzioni tecniche del momento al posto di altre (lotta termico / elettrico, ma anche Europa Vs. Cina) e a quanto pare in Germania preferiscono lasciare in mano alle loro grandi aziende, il finanziamento e quindi il potere di influenzare con piani di un certo termine.
OMF