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Prima di tutto il nome: Area 42, perché? Citando lo scrittore Douglas Adams, perché “È la risposta alla domanda fondamentale sulla Vita, l’Universo e tutto quanto”. Ok, avranno capito solo i fan de “La Guida Galattica degli Autostoppisti”, ma un megalab come quello creato all’interno dei quattro piani della palazzina del Lingotto meritava un nome intrigante e misterioso (viene in mente subito l’Area 51 nel Nevada) e contemporaneamente molto nerd. Anche Samatha Cristoforetti, la nostra AstroSamatha, è una grande fan di questo romanzo e ha un blog che si chiama "Avamposto 42".
Ma torniamo dentro il Lingotto, in quei corridoi dove un tempo regnavano il senatore Giovanni Agnelli (c’è ancora la sua personale sala riunioni, rigorosamente intatta) e più di recente Sergio Marchionne. Ora sono diventati la culla per lo sviluppo di nuove tecnologie digitali che spaziano dall’intelligenza artificiale alla robotica, dalla tecnolgia blockchain applicata all’auto alla realtà virtuale al metaverso, ai computer quantici.
Gli spazi – acquistati da Reply nel 2020 - fanno parte di un piano di recupero di vari edifici torinesi come la palazzina di Corso Francia e la Caserma De Sonnaz (in corso di allestimento) che creeranno migliaia di posti di lavoro nelle varie branche dell’informatica, ma la cosa più interessante è come questi lunghi corridoi suddivisi in uffici relativamente piccoli (e che così sono stati lasciati per la maggior parte: il Covid ci ha insegnato che l’open space non è sempre la soluzione migliore) sono diventati luoghi di lavoro “premium” dotati di spazi multifunzionali per il benessere come la palestra, i terrazzi, lo spazio per i videogiochi, le cucine. Sul tavolo di un'altra grande sala riunioni che ha visto centinaia di dirigenti Fiat in giacca e cravatta decidere le strategie per la 127 o la Grande Punto, oggi c'è una enorme pista per correre con le slot car.
Funzioni e stili così lontani dall’idea che tutti abbiamo dei grigi corridoi di inizio Novecento da non sembrare per niente un luogo di lavoro, ma piuttosto la zona expo di un futuristico laboratorio dove cani robotici della Boston Dynamics zampettano intorno e negli scaffali fanno bella mostra collezioni di fumetti e memorabilia di Star Wars.
L’Area 42, a dispetto del nome misterioso, ha invece uno scopo palese e manifesto: creare uno spazio dove l’innovazione tecnologica diventa reale, concreta, applicabile. Si può dire, come afferma il CTO Filippo Rizzante, che il nuovo Lingotto rappresenta il luogo dove il software, le architetture digitali, diventano hardware, oggetti e interazioni fisiche.
Al centro della zona dimostrativa fa spicco una Fiat 500e il cui software di bordo è stato del tutto riscritto per incorporare una tecnologia Blockchain che si occupa di monitorare lo stato di salute dell’auto, le procedure di manutenzione ma anche la filiera produttiva del modello, attraverso il decentramento delle informazioni permesso dalla Blockchain. Ogni auto avrà VDI (Vehicle Digital Identity) all’interno del quale è custodita in modo inalterabile l’intera vita del mezzo, dalla sostituzione di un componente importante al cambio di proprietario. Un’identità digitale univoca permetterà di non utilizzare alcuna app o tessera per la ricarica dei veicoli elettrici, utilizzando un portafoglio (anzi, un “wallet”) virtuale per i pagamenti.
Le altre aree illustrate da Tatiana Rizzante, CEO di Reply, investono la robotica avanzata con compiti di sorveglianza (spettacolare il filmato di Spot, il cane-robot usato per la vigilanza e i rilievi a Pompei), la consegna delle merci nel tragitto dell’ultimo miglio (piccoli robot autonomi in grado di muoversi anche all’interno degli edifici), la gestione delle merci in magazzini verticali con l’uso di droni per l’inventario e l’uso esteso della realtà virtuale per la progettazione di attività di assemblaggio, per esempio dei sedili di un’auto. L’età media dei 500 ricercatori di Reply che lavorano al Lingotto è di 33 anni e l’azienda ha stretti legami con le principali Università italiane, in primis il Politecnico di Torino; nel 2021 ha dato lavoro a 1.500 persone.