La crisi cambia le abitudini degli automobilisti

La crisi cambia le abitudini degli automobilisti
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Il Rapporto Aci-Censis rivela che gli Italiani stanno cambiando le abitudini al volante. L’auto si cambia e si usa sempre meno, ma si commettono anche meno infrazioni. Ferrara è la provincia più verde d’Italia, mentre a Napoli va la maglia nera
18 dicembre 2012

Com’era immaginabile la crisi economica sta cambiando radicalmente le abitudini degli automobilisti italiani. Ad incidere significativamente su questo fenomeno sono i costi legati all’acquisto e soprattutto al mantenimento dell’auto che sono generalmente aumentati su tutti i fronti.

 

Il mercato auto continua a far registrare risultati negativi a doppia cifra mese dopo mese, specialmente in Italia, ma nonostante questo non si vedono soluzioni all’orizzonte che possano far sperare in un’inversione di tendenza nel breve periodo. Per di più gli aumenti che hanno investito i costi legati ad assicurazioni, IPT, carburanti e tassa di circolazione non fanno altro che aggravare ulteriormente la situazione.

 

Questo scenario emerge chiaramente dal Rapporto Auto Aci-Censis presentato quest’oggi a Roma. L’analisi fotografa una situazione per molti aspetti preoccupante dal momento che sta mettendo in ginocchio un settore trainante per la nostra economia che produce PIL e impiega migliaia di lavoratori.

mercato auto
Più della metà degli Italiani non ha intenzione di acquistare una nuova auto nel giro dei prossimi tre anni

Solo il 3,7% degli Italiani vuole cambiare auto

Il primo aspetto rilevato dall’indagine mette in luce che solo il solo il 3,7% degli Italiani pensa di comprare un'auto nuova nel prossimo anno, con una propensione d'acquisto dimezzata rispetto al 7,6% registrato nel 2011, mentre il 52,6% non ha alcuna intenzione di acquistare una macchina nei prossimi tre anni, a fronte del 43,8% del 2011. Dai dati raccolti si desume in ogni caso che gli Italiani preferiscono ancora oggi le vetture prodotte nel Bel Paese.

 

L'indagine mostra un clima di profondo pessimismo per il settore automotive. Nei primi 11 mesi del 2012 le vendite sono crollate: -20% auto, -19% motocicli e -32% ciclomotori. Soffrono anche le auto usate (-10%), mentre aumentano le rottamazioni (+3%).

 

Di fronte a questo quadro, il 44,7% degli intervistati ritiene che il mercato ripartirà solo quando si sarà esaurita la forza avvolgente della crisi e il 53% dichiara che, davanti ad un'entrata imprevista di 30.000 euro, convertirebbe la somma in risparmio anziché consumare. Se dovesse scegliere un'auto, un italiano su tre punterebbe su un modello italiano, mentre 27,8% preferirebbe una marca straniera, anche se la maggioranza (39,2%), al momento, non saprebbe scegliere.

Costi di gestione in aumento: diminuiscono i km percorsi

Il ventesimo rapporto Aci-Censis evidenzia inoltre che i costi di gestione dell'auto sono aumentati del 4,4% passando dai 3.278 euro del 2011 ai 3.425 euro necessari quest'anno per far fronte alle spese fisse di assicurazioni e bolli, oltre a quelle variabili come il carburante, i pedaggi autostradali e le multe.

I costi di gestione dell'auto sono aumentati del 4,4% passando dai 3.278 euro del 2011 ai 3.425 euro necessari quest'anno per far fronte alle spese fisse di assicurazioni e bolli, oltre a quelle variabili come il carburante, i pedaggi autostradali e le multe

 

Per i proprietari di automobili le uscite crescono anche se le quattro ruote vengono usate meno, con una percorrenza di km annuale del 5-7% più bassa rispetto all'anno scorso. Il maggior incremento di spesa, 147 euro, è assorbito per il 72,8% dal costo del carburante, che incide globalmente per il 47,8% sul costo finale.

 

Nei primi 10 mesi dell'anno il prezzo medio della benzina è aumentato del 16%, percentuale che si aggiunge al +11% registrato tra 2011 e 2010. Nell'arco degli ultimi due anni il costo del pieno è aumentato del 25%. Pur percorrendo meno chilometri, quindi, il costo unitario per km cresce dell'11,3%.

 

Il rapporto conferma l'assicurazione come seconda voce di spesa. Il costo medio è di 738 euro annui, il 3,2% in più del 2011, con un livello di tassazione che sfiora il 26% del costo delle polizze rispetto al 18% della media europea.

L’auto si usa sempre di meno durante la settimana lavorativa

Gli Italiani usano meno l'auto per andare al lavoro, concedendosi il piacere della guida nei weekend. In media l'automobile viene usata 4,4 giorni a settimana contro i 4,6 del 2011, con un aumento degli spostamenti nei giorni festivi (2,1 contro gli 1,8 del 2011) e una contrazione nei giorni feriali (3,0 rispetto ai 3,2 del 2011 e ai 4,1 del 2010).

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Durante la settimana lavorativa l'auto si usa sempre di meno. Gli Italiani si rivolgono sempre di più ai mezzi pubblici e alla bicicletta

 

Il ricorso a forme di mobilità alternativa per andare al lavoro ha spostato volumi di traffico verso il trasporto pubblico e le biciclette, anche se non ha ridotto la congestione dei comuni capoluogo e delle aree metropolitane. Ancora marginale, anche se in costante crescita, il ruolo del car sharing: aumentano gli utenti (+26%), il parco autovetture (+8%) e il numero dei parcheggi (10%).

 

Il rapporto mostra in generale una riduzione dei consumi di carburanti (-10,5% benzina e -9,7% diesel tra gennaio e ottobre 2012) e una diminuzione degli incidenti (-2,7%) e delle morti (-5,6%) sulle strade. L'incremento dell'uso della bici in città, però, ha fatto registrare un sensibile aumento dei ciclisti morti (+7,2%) e feriti (+11,7%) in incidenti stradali, e le bici sono diventate il terzo veicolo, dopo autovetture e motocicli, con il maggior numero di conducenti morti.

Con la crisi gli Italiani sono diventati più disciplinati

A pesare meno sui costi di gestione sono invece le spese legate alle multe. Per la prima volta, si legge nel rapporto Aci-Censis, l'autodenuncia delle infrazioni commesse ha segnato una brusca inversione di tendenza. Scende del 7% il numero di chi parcheggia in divieto di sosta e del 2% quello di chi lascia l'auto in doppia fila; cala del 7% il superamento dei limiti di velocità, del 3% il passaggio con il rosso e mancato uso delle cinture di sicurezza.

Nei primi 10 mesi dell'anno il prezzo medio della benzina è aumentato del 16%, percentuale che si aggiunge al +11% registrato tra 2011 e 2010. Nell'arco degli ultimi due anni il costo del pieno è aumentato del 25%. Pur percorrendo meno chilometri, quindi, il costo unitario per km cresce dell'11,3%

 

Ancora molto elevato, invece, l'uso del cellulare senza vivavoce o auricolare, che coinvolge il 36,8% degli intervistati. Rispetto allo scorso anno migliora anche il comportamento delle fasce tradizionalmente più trasgressive. A confessare il superamento del limiti di velocità, ad esempio, è 35,4% dei giovani, rispetto al 42% del 2011.

Pene più severe per chi sbaglia. Le rotonde rimangono un dilemma ancora per molti...

L’indagine ha messo in luce anche che gli Italiani sembrano apprezzare l’inasprimento delle pene per chi viola gravemente il Codice della Strada. Secondo il rapporto l'81,9% auspica sanzioni severe per la guida in stato alterato di coscienza se causa lesioni gravi o addirittura la morte di altri individui.

 

Il 45% degli Italiani si dice pienamente d'accordo con l'arresto in flagranza di reato e un serio inasprimento della pena, mentre il 20% condivide la necessità di un inasprimento delle sanzioni ma ritiene necessario valutare attentamente caso per caso.

 

Il 9% vuole pene più severe ma non condivide l'ipotesi della revoca della patente a vita. Il fronte dei no (circa il 10%) è perplesso sull'ipotesi che una norma basti a rendere più cauti e prudenti gli automobilisti, sottolineando invece l'importanza che siano più severi i controlli e non le leggi.

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Gli Italiani tendono a sostituire l'auto sempre con minore frequenza. Il pacco auto circolante si dimostra pià vecchio nelle zone meridionali del Paese

 

Gli Italiani, senza differenze anagrafiche, si dicono poi d'accordo sull'annullamento del valore della patente per 15 anni in caso di omicidio colposo con l'aggravante dello stato alterato di coscienza o dell'omissione di soccorso. Sempre sul fronte della sicurezza, si rileva una certa confusione in merito al comportamento da tenere alle rotatorie.

 

Il 60% degli Italiani dà la precedenza a chi è già nella rotatoria seguendo la regola francese, mentre il 18,9% dà sempre la precedenza a destra. Se il 45% non rallenta prima di immettersi, il 25% usa sempre gli indicatori di direzione, forse per la paura di sbagliare e di trovarsi coinvolto in un incidente.

Ferrara è la Provincia più verde. A Napoli la maglia nera

L’indagine Aci-Censis è andata a valutare anche la qualità dell’aria delle province italiane introducendo per la prima volta l'Atlante della mobilità sostenibile. Ferrara si è rivelata la provincia più pulita d'Italia, mentre Napoli ha conquistato purtroppo la maglia nera.

Incrociando i dati relativi al parco circolante per km quadrato, all'età media auto e alla diffusione delle alimentazioni gpl, metano, ibrida, elettrica, l'Atlante ha premiato come più pulite molte province del Nord Est

 

Incrociando i dati relativi al parco circolante per km quadrato, all'età media auto e alla diffusione delle alimentazioni gpl, metano, ibrida, elettrica, l'Atlante ha premiato come più pulite molte province del Nord Est. Oltre a Ferrara, ottengono punteggi positivi Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, Forlì-Cesena, Bologna e Parma, tutte favorite anche da una maggiore diffusione della rete gpl.

 

Agli ultimi posti, invece, si piazzano importanti aree metropolitane come Catania, Milano e Napoli, penalizzate dal rapporto circolante per km quadrato, e molte province di Sicilia e Calabria, che scontano una maggiore età media dei veicoli.

 

Tra i dieci capoluoghi più grandi a trionfare è Bologna, settima nella classifica generale. Seguono Torino (25/a), Bari (33/a) e Firenze (39/a), mentre sono più distanziate Roma (74/a), Genova (86/a) e Palermo (90/a). Chiudono la classifica Catania (103/a), Milano (106/a) e Napoli, che occupa l'ultima posizione (110/a).

 

Fonte: Ansa

 

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