La conta degli incidenti stradali gravi: 9 morti al giorno in Italia [male Venezia e Modena, bene Genova]

La conta degli incidenti stradali gravi: 9 morti al giorno in Italia [male Venezia e Modena, bene Genova]
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L’ultima statistica ufficiale ACI mostra le province con meno morti sulle strade e quelle dove si peggiora. I costi sociali maggiori, a Roma e Milano
8 ottobre 2020

Arrivano i dati con il conteggio degli incidenti stradali gravi in Italia e dei relativi danni, intesi come costo. Lo scorso anno si contano 172.183 incidenti con lesioni a persone sulle nostre strada. 3.173 i decessi e ben 241.384 feriti.

In pratica nel Bel Paese si contano nel 2019 472 incidenti, 9 morti e 661 feriti ogni giorno. Numeri che spaventano, ma che variano molto da zona a zona.

Rispetto al passato ci sono 43 province dove il numero di decessi per incidente stradale è salito. Le peggiori, per incremento, sono Venezia (+20), Modena e Forlì-Cesena (+18). Un trend che ha valore anche per le regioni Emilia-Romagna (+36) e Veneto (+25) seguite dalla Campania (+17) sono quelle in peggioramento.

Al contrario, dati in miglioramento per Genova (-45 decessi) Roma e Firenze (-22) e Sondrio (-16). A livello regionale sono varie le Regioni sulle cui strade si contano meno incidenti gravi: Liguria (-60), Lombardia (-45), Lazio (-43), Sardegna (-34), Toscana (-30), Calabria (-23) e Piemonte (-19).

Nel decennio il numero dei decessi per incidente stradale in Italia è diminuito in media del 23%. Non basta, per la Comunità Europea. Sono solo 5 le province che già raggiunto l’obiettivo 2020 comunitario (Aosta, Barletta-Andria-Trani, Grosseto, Pordenone e Sondrio) mentre 11 hanno fatto registrare una diminuzione di mortalità superiore al 40%. Ovviamente il 2020 è “un altro mondo”. Il lockdown ha visto un crollare l’incidentalità fino a -80%. La proiezione aggiornata di settembre vede diminuzione di incidentalità e mortalità sull’anno pari a circa il 30%.

Sempre nel decennio (2010 a 2019) si sono verificati 6.035 decessi in meno per incidenti stradali. Anche qui molte differenze: venti province vedono aumentare i morti rispetto al 2010 (Chieti, Cosenza, Avellino, Piacenza, Gorizia, Imperia, Savona, Brescia, Como, Lodi, Macerata, Isernia, Asti, Bari, Enna, Ragusa, Trapani, Bolzano, Trento, Belluno).

Altro capitolo la mortalità: In 8 province, quasi tutte al Sud, l’indice di mortalità è risultato più che doppio rispetto al valore medio nazionale di 1,84.

Le peggiori sono Campobasso (5,56), Crotone (4,98), Vibo Valentia (4,62), Nuoro (4,57) e Caserta (4,43). Al contrario, Genova, Milano, Firenze, Monza e Savona sono le province in cui gli incidenti risultano meno gravi. Qui l’indice di mortalità è inferiore a 1 morto ogni 100 incidenti.

I costi sociali infine, sono proporzionali alla dimensione ed alla gravità: Roma e Milano le province che incidono maggiormente sui costi sociali nazionali, con 1.326 e 1.073 milioni di euro, seguite da Torino e Napoli. Isernia, Enna, Oristano, Vibo Valentia e Aosta invece, quelle che pesano di meno sul totale nazionale, tutte con cifre inferiori ai 30 mln di euro.

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