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Qualche settimana fa, l’Unione Europa ha aperto un’indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici cinesi e, qualche giorno fa, dalla Cina sono arrivate le prime controrisposte.
Sulla base dei risultati delle indagini, la Commissione europea determinerà se è nell’interesse dell’UE a porre rimedio agli effetti delle “pratiche commerciali sleali”, imponendo dazi sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi.
Mercoledì scorso, la Cina si è scagliata contro l’indagine lanciata a settembre e, per l’occasione, il Ministero del Commercio cinese (MOC) ha dichiarato di essere “molto insoddisfatto” dell’indagine antisovvenzioni, in quanto “priva di prove adeguate e non conforme alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio”. Inoltre, sembra che la stessa Cina non abbia ricevuto un adeguato materiale di consultazione e, leggendo il comunicato, avverte che “presterà molta attenzione alle procedure di indagine della Commissione, per salvaguardare i diritti e gli interessi delle sue imprese”.
L’Associazione cinese dei produttori di automobili (CAAM), ha affermato che la mossa dell’UE sconvolgerebbe seriamente la catena di approvvigionamento dell’industria automobilistica globale: “Il disprezzo dell'UE per questo fatto e l'insistenza sull'avvio di un'indagine anti-sovvenzioni è un chiaro atto di protezionismo che sicuramente getterà un'ombra sullo sviluppo globale dei veicoli elettrici”
Infine, si legge: “L'industria automobilistica cinese è disposta a impegnarsi attivamente nel dialogo e nella comunicazione con l'industria dell'UE per affrontare le preoccupazioni reciproche e raggiungere lo sviluppo comune attraverso la cooperazione”