La Cina dell’auto 2020 riparte davvero o è solo troppo (ben) controllata?

La Cina dell’auto 2020 riparte davvero o è solo troppo (ben) controllata?
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Il trend cinese del mercato auto si distanzia per l’ennesima volta dal resto del mondo, misurando quanto viene permesso in modo da spingere le immatricolazioni di auto soprattutto elettriche e l’industria. A loro non serve nuovo incentivo economico, dopo il dramma del Coronavirus
28 marzo 2020

Come al solito, da troppi anni si parla della Cina quale riferimento per vari aspetti e vari settori, non ultimo quello automobilistico. Un riferimento che più sbagliato non si può, se lo si guarda con il paraocchi, se lo si intende come modello da poter seguire. Perché da loro sono troppe e troppo diverse le variabili, rispetto all’Europa. Che poi, variabili…. Ferrei limiti, semmai. L’ultima novità, sul fronte dell’auto in Cina, è che Xi Jinping approva misure per spingere la ripartenza delle vendite, in un mercato che dopo i rallentamenti 2019 si era bruscamente fermato nel Covid-inverno.

Piano però a dire “facciamolo anche noi, appena si riparte”. Ecco, in primis non si sa nemmeno come e quando potrà ripartire in Europa, per come messa a livello sanitario. In secondo luogo, da noi tuti parlano, intesi sia privati cittadini sia grandi capi d’industria (quelli a cui trema la sedia, se non è già persa) di aiuti economico finanziari. La Cina ha regole ferme, decise dall’alto per favorire lo sviluppo industriale a medio termine, che tutti rispettano. Mentre noi mediamo sempre in tempi lunghi misure che debbano accontentare un po’ tutti, senza far danno a nessuno. L’esempio del nuovo via, nemmeno tutto libero, al rilascio targhe auto in Cina, mostra solo volontà di ripristinare una quasi normalità commerciale. Non certo un metodo valido altrove, dove per natura, per fortuna anche, siamo già liberi e rispettosi delle necessità di tutti, oltre che dell’industria. Tradotto? Loro per adesso spingono le vendite auto senza doverci mettere troppo nuovo denaro pubblico. Perché un po’ anche loro ne avranno perso, causa l’epidemia. Gli vengono buone allora certe restrizioni che possono ora allentare.

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Targhe sì, Inquinamento no?

La nuova misura 2020 prevede che in molte grandi città, le cosiddette megalopoli, si apra al rilascio delle targhe auto che prima avevano limiti numerici; da noi traducibili anche in limiti sociali. Li avevano perché, come in altri aspetti della Cina, viene controllato quello che fanno le persone. Limitate le loro possibilità, stabiliti i tetti di quello che può e deve fare una certa industria. Il limite ora tolto solo parzialmente, delle nuove targhe cinesi, serviva anche a evitare forte inquinamento dove già ne avevano troppo, concentrando numeri elevatissimi di attività.

Con la nuova liberalizzazione in effetti dovrebbe reagire, il mercato auto più esplosivo del mondo: dagli ultimi numeri delle immatricolazioni a -80% e oltre nell’inverno, ci faranno parlare leggendo di impennate primaverili. L'inquinamento? Lo misureranno poi (comunque meglio di noi, nel trend rispetto a un passato "nero"). Intanto Shanghai ha già emesso più targhe della media mensile 2019, questo mese. Seguiranno luoghi come Hangzhou, Guangzhou e anche la grande Pechino: stima di 100mila nuove targhe, di sole nuove auto elettriche in questo caso.

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