La "batteria" che funziona con la gravità: nuova vita per i pozzi di petrolio

La "batteria" che funziona con la gravità: nuova vita per i pozzi di petrolio
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Una startup americana, la Renwell, potrebbe aver trovato l'uovo di Colombo: riutilizzare i pozzi di petrolio esauriti per accumulare energia quasi gratis
9 maggio 2023

L'autorità americana che controlla l'attività dei pozzi petroliferi calcola che negli USA ci siano circa 1 milione di pozzi di estrazione esauriti o non più operativi, con profondità che vanno da circa 1 km a oltre 2 km. In teoria dovrebbero essere chiusi e tappati per ragioni di sicurezza e anche perché sono fonte di emissioni di metano, pericoloso gas serra, ma la maggior parte sono abbandonati.

C'è però un ricercatore americano - Kemp Gregory, fondatore della Renwell - che ha avuto una idea interessante: ha posizionato un grosso peso (circa 1400 kg) ad un cavo nel pozzo che utilizza per immagazzinare energia autoprodotta con un pannello solare o con l'eolico nei momenti di basso consumo, per essere poi reimmessa nella rete. Un piccolo motore elettrico fa risalire il peso e funge da generatore quando il peso si abbassa. L'esperimento è stato condotto a Bakersfield, in California. Per usare una similitudine, non è molto diverso dal peso di un orologio a pendolo.

Il "laboratorio di Kemp Gregory: sono serviti solo 18 mesi per la realizzazione
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Un tale sistema è in grado di accumulare circa 2 kWh (all'incirca quello che servirebbe per far funzionare una lavatrice per 1 ora), ma Gregory ha indicato che la sua startup potrebbe realizzare un simile sistema di accumulo sul 30% dei pozzi abbandonati con una capacità di immagazzinamento vicino ai 600 MW con dei costi irrisori: il prezzo di una batteria da 1 kWh è di circa 100 dollari, nel caso della Renwell lo stoccaggio costa solo 5 dollari al kWh, tra l'altro non utilizzando minerali rari ma semplici tubi e ferro recuperati dal pozzo in disuso.

Quella dell'immagazzinamento di energia con costi accettabili diventerà presto una necessità assoluta, specialmente con l'aumento della produzione di energie rinnovabili, che dovranno raggiungere il 90% del fabbisogno mondiale (dall'attuale 30%) se si vuole rispettare il limite dell'aumento di temperatura globale a 1,5 °C entro il 2050. Ma le energie rinnovabili hanno bisogno dell'accumulo, altrimenti vanno in gran parte sprecate.

L'idea è sembrata molto buona anche al DOE americano (il ministero dell'energia) che ha assegnato un fondo di 2,7 milioni di dollari alla Renwell (in partnership con il Laboratorio Nazionale per l'accumulo dell'energia) per proseguire nell'esperimento e migliorare l'efficienza del sistema.

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