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Si pensava che lo scandalo che ha travolto il Gruppo Volkswagen negli scorsi mesi potesse avere ripercussioni critiche sui dati di vendita dei prodotti della multinazionale tedesca. Se, da un certo punto di vista, non vi era motivo di temere per i nuovi modelli equipaggiati del propulsore Euro 6, ciò poteva non essere un ragionamento altrettanto valido per i diesel Euro 5, al centro del ciclone.
Nel 2015, il brand di Wolfsburg ha viaggiato a ritmi di crescita - per quanto riguarda l'usato – del 4%, con una media del mercato pari all'8%. Giunti ad ottobre, in piena burrasca, abbiamo avuto un sensibile rallentamento: il segno positivo si è comunque presentato puntuale, ma con un incremento di “appena” l'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Dopo questo lasso di tempo, si è presentato il consueto rimbalzo nei due mesi successivi, con novembre chiuso al +7% e dicembre +10%.
Questi dati ci consentono, quindi, di arrivare a due analisi. La prima ci dice che i clienti indirizzati ad acquistare una vettura marchiata Volkswagen siano “usciti” temporaneamente dal mercato, senza dirottare le proprie attenzioni su un altro costruttore. La seconda, invece, riguarda i più “attenti” all'evolversi della vicenda nel suo insieme: dopo aver ascoltato la difesa della casa madre ed aver ponderato sull'effettiva possibilità di acquisto, sono giunti alla conclusione di potersi entrare in possesso di una VW.
Anche gli operatori dei noleggi a lungo termine non hanno accantonato fondi per rischi ed oneri più elevati del consueto al fine di fronteggiare la paura di una diminuzione complessiva del valore del proprio parco, e ciò vale anche per gli altri marchi del Gruppo.