L'ultima bufala sulla CO2

L'ultima bufala sulla CO2
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Lo strascico delle manifestazioni di Greta a favore dell’ambiente ha portato alcuni fanatici a confezionare l’ultima fake news sulla CO2. L’abbiamo ascoltata in tv, sentita alla radio e letta su alcuni - non tutti - i quotidiani. Ma, per fortuna, è stata neutralizzata da 145 scienziati italiani
1 ottobre 2019

La bufala è la seguente:

- la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è aumentata di oltre il 30 per cento negli ultimi 150 anni;

- la CO2 è un pericoloso inquinante prodotto dai combustibili fossili (petrolio e gas), e provoca il riscaldamento globale;

- in Italia muoiono ogni anno 80.000 persone a causa dell’inquinamento.

Conclusione: la colpa è dell’uomo che brucia le fonti fossili, che ne respira i veleni e che non fa nulla per ridurre l’inquinamento.

Per fortuna, 145 scienziati italiani si sono uniti a 500 cattedratici di tutto il mondo e hanno scritto una lettera al Capo dello Stato fornendogli elementi scientifici per sconfessare la fake news.

E’ vero che la concentrazione di CO2 è aumentata, ma non c’è la prova scientifica che sia l’unica causa del riscaldamento globale, né che derivi tutta dai combustibili fossili.
Infatti, la CO2 nell’atmosfera aumenta anche a causa della deforestazione, degli incendi naturali e della ridotta cattura di questo gas da parte degli oceani per cause ancora non completamente note.

La scienza non è un'opinione

Inoltre, l’effetto serra dovuto alla CO2 è minore di quello provocato dal vapore acqueo (nubi) e soprattutto di quello dovuto al metano. Il quale è raddoppiato nella concentrazione dell’atmosfera a causa degli allevamenti intensivi, delle risaie, delle discariche e della decomposizione naturale degli organismi.

E’ vero che l’opera dell’uomo contribuisce ad aumentare i gas a effetto serra, ma il suo contributo al risultato finale non supera il 5 per cento. Infatti a modificare il clima nei millenni sono per il 95 per cento i raggi cosmici, le eruzioni solari, i grandi cicli millenari e la circolazione oceanica. “Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico”.

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E’ vero che negli ultimi vent'anni abbiamo registrato temperature mediamente maggiori di quelle del ventennio precedente, un sensibile innalzamento dei mari e un accentuato scioglimento dei ghiacciai artici, ma l’intervallo di tempo considerato è troppo breve per poterlo estrapolare e proiettarlo in avanti nei prossimi cinquanta.

Nei secoli, questi fenomeni sono puntualmente accaduti con ricorrenza ciclica, inabissando città e civiltà o prosciugando laghi e mari (come il Mar Morto o il Salt Lake). Non dimentichiamo che alla fine degli anni Novanta girava un film -The day after - che preconizzava la glaciazione totale della città di New York. Ricordiamo che alcuni club di esperti ambientali avevano sottoscritto tale ipotesi. E solo per inciso informiamo che in questi giorni, nel Montana (Usa) si stanno registrando nevicate record e temperature sottozero quali non si ricordavano da oltre centoventi anni.

Personalità di primo piano

I sottoscrittori italiani del documento inviato a Sergio Mattarella sono geologi, geofisici, studiosi del clima, professori universitari. Citiamo il fisico Antonino Zichici, il professor Franco Battaglia, docente di chimica a Modena, Franco Prodi, docente di Fisica dell’Atmosfera, Renato Ricci, presidente della Società di Fisica Europea.

Fra l’altro Franco Battaglia ci ha rilasciato lo scorso anno una lunga intervista, nella quale spiegava il ricorrente equivoco nel quale cadono i non esperti quando prendono le statistiche dell’Organizzazione mondiale della sanità che indica in 80 mila gli individui che statisticamente possono perdere un anno di vita a causa di certe patologie connesse con l’inquinamento.

L’equivoco è duplice: da un lato, la perdita di un anno di vita viene scambiata per morte certa, sùbito, ogni anno, di tutti gli individui che in futuro - rispetto alla loro attesa di vita - perderanno un anno; dall’altro, si estende l’effetto venefico di una certa sostanza presa in dosi massicce a quote parziali della popolazione che ne assumono dosi minime. Il professor Battaglia lo ha spiegato anche su Rete 4, rivelando le disinvolture di chi vuole usare le statistiche per disinformare.

La spaccatura netta degli scienziati con le affermazioni dei finti ecologisti è riassunta un questa frase: “Cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse e metterli insieme, o giustificare l’uno con l’altro, equivale a ostacolare la soluzione. L’inquinamento si può e si deve combattere subito con efficacia, stabilendo le priorità, il riscaldamento globale è altro”.

L’anidride carbonica è l’alimento del mondo vegetale, non è un inquinante, è solo uno dei tanti gas a effetto serra, ma concentrarsi su di essa quale fonte di tutti i mali (inquinamento compreso) è fuorviante.

Un fattore importante in natura

Sulla Terra tutto ciò che brucia produce CO2, fanno eccezione l’idrogeno (che non esiste libero) e qualche elemento, come il fosforo, lo zolfo e il magnesio, che prendono fuoco ma non emettono CO2. Il resto del modo fossile e vegetale contiene sempre atomi di carbonio e di idrogeno che, al termine della combustione, danno luogo a CO2 e acqua. Quindi la CO2 è il risultato principe di tutte le combustioni. Ed è anche lo stadio degradato del carbonio, l’ultimo gradino della scala energetica. Ma è anche l’elemento vitale del mondo vegetale. Come l’acqua, che è lo stadio degradato dell’idrogeno, altro elemento indispensabile alla vita. Miracoli misteriosi della Natura.

Il potere di accendere e spegnere il fuoco è stato dato solo all’uomo, nessun altro essere vivente può farlo. Col fuoco l’uomo ha cotto i cibi (che gli hanno fornito le proteine nobili per svilupparsi) e ha fuso i metalli, per dare il via al progresso scientifico e tecnologico.

Osserviamo, tuttavia, che la Natura ha riservato anche a sé stessa il potere di originare il fuoco: fulmini, vulcani, eruzioni, concentrazioni di raggi solari sono le scintille naturali dalle quali possono scaturire incendi. Ma solo l’uomo può accendere (e spegnere) il fuoco 20.000 volte al minuto, come avviene in un motore di F1.

Una sola domanda finale: è giustificabile che dopo millenni di storia, nei primi anni Duemila, l’umanità di colpo decida di non bruciare più nulla, come di fatto auspica chi combatte la CO2 e la scambia per un pericoloso inquinante?

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