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Richiamo gratuito dei modelli diesel ed aggiornamento gratuito del software in cambio della rinuncia da parte del Governo a misure restrittive alla circolazione delle auto a gasolio: è la posta in gioco sul tavolo da poker che vede schierati da una parte le aziende tedesche e dall’altra il governo federale.
L’all in, il prendere o lasciare, è previsto per il Diesel Summit di mercoledì 2 agosto, quando allo stesso tavolo si troveranno i rappresentanti del ministero dei Trasporti tedesco, l'ente KBA (la Motorizzazione tedesca) e i rappresentanti delle Case automobilistiche.
Ma a quel punto i giochi saranno ormai fatti: dietro le quinte è un frenetico svolgersi di incontri riservati, dai quali filtra come le posizioni si stiamo avvicinando, per evitare misure clamorose che non interessano a nessuno dei protagonisti della vicenda.
Secondo l'agenzia di stampa Reuters, l’accordo sarebbe ormai fatto, sotto forma appunto di un richiamo dei veicoli diesel in Germania e l'aggiornamento gratuito della componente elettronica; in cambio, non sarebbe presa dalle autorità alcuna decisione volta limitare la circolazione delle auto alimentate a gasolio.
Il pacchetto di iniziative potrebbero costare alle aziende fino a 5 miliardi di euro, per le modifiche agli impianti di scarico ed alle componenti elettroniche di controllo, previste anche per i modelli più recenti con omologazione Euro5 ed Euro6.
Sarebbero diversi milioni le vetture interessate dagli interventi, con costi per le aziende superiori ai 70 euro per veicolo per le sole modifiche al software, mentre i costi di correzione dell’hardware sarebbero ben più importanti, potendo toccare i 1.000 euro per ciascuna vetture.
Un salasso economico al quale comunque le Case si sottoporrebbero quasi volentieri, pur di chiudere la vicenda.
Oltre all'aggiornamento delle funzionalità hardware, l'industria automobilistica tedesca sta discutendo con il Governo iniziative a favore delle auto elettriche ed incentivi per la rottamazione dei vecchi diesel.
Il possibile accordo tra Volkswagen Group, Daimler e BMW con i funzionari governativi potrebbe rappresentare il passo decisivo per uscire dal Dieselgate, le cui scorie continuano ad inquinare i rapporti tra utenti, aziende e classe politica: in particolare, in Germania è ancora molto forte il risentimento contro le aziende, accusate di aver falsato i risultati dei test e mentito sull’effettiva capacità di inquinamento delle automobili diesel.
Le accuse di una collusione tra i fabbricanti automobilistici tedeschi hanno messo l'industria ancor più sulla difensiva, mentre anche la classe politica è in fibrillazione, con le elezioni federali di settembre ormai dietro l’angolo e non è più certo il sostegno alle aziende che a loro volta vedono avvicinarsi prossime scadenze di nuove misure antinquinamento, a partire dal 2020.
Dinamiche commerciale intrecciate a quelle politiche: una matassa difficile da dipanare, a meno di non intervenire in modalità drastica.
Come potrebbe avvenire il 2 agosto, per esempio con un accordo sottoscritto da tutti: foto-ricordo per la stampa, sorrisi e strette di mano, tensioni ormai alle spalle e nuove prospettive per il futuro.
Scommettiamo che andrà così?