L’inchiesta del New York Times su Tesla: “Elon Musk sotto indagine, Autopilot e Full Self Driving sono marketing”

L’inchiesta del New York Times su Tesla: “Elon Musk sotto indagine, Autopilot e Full Self Driving sono marketing”
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La NHTSA ha aperto un indagine sulla Tesla di Elon Musk dopo diversi incidenti causati dall’Autopilot della casa californiana. In molti tra vittime, ex ingegneri Tesla e guidatori hanno accusato il magnate dell’auto elettrica di aver puntato su di una comunicazione fuorviante. L’indagine del New York Times
6 dicembre 2021

Due giornalisti del New York Times hanno prodotto una lunga inchiesta su Tesla e il suo fondatore, Elon Musk, a causa dei numerosi episodi controversi in merito all’Autopilot, il servizio di guida assistita offerto dalle elettriche del brand californiano. I giornalisti, che raccontano di aver scritto più volte a Tesla senza mai ricevere risposta, hanno raccolto anni di dichiarazioni da parte di Musk spesso fuorvianti in merito alla tecnologia impiegata sulle auto, dichiarazioni rivelatesi più volte ottimistiche e in generale poco in linea con la realtà.

Il tutto parte dalla scelta della parola Autopilot che, secondo gli ingegneri dedicati allo sviluppo, poteva essere battezzato al limite Copilot. Invece i dirigenti Tesla, Musk in primis, hanno presentato ai clienti una tecnologia ancora acerba sotto un vestito ben confezionato. Nel 2016 si arriva all’introduzione dell’Autopilot 2.0, sistema più avanzato ma altrettanto lontano dalla promessa fatta: nel video di presentazione del prodotto si vede una vettura muoversi in autonomia, anche se si tratta di un percorso tracciato in precedenza durante il quale - lo riferiscono alcune persone che hanno preso parte al progetto - l’auto sbatte contro un ostacolo riportando danni piuttosto ingenti. In tutto questo, la NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) ha aperto un’indagine a carico di Tesla in seguito a diversi incidenti causati dall’Autopilot che, al momento, contano un morto e 17 feriti.

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L'Autopilot di Tesla
L'Autopilot di Tesla

Ad inasprire la situazione, inoltre, c’è la resistenza da parte dello stesso Musk di installare tecnologie più performanti rispetto alle telecamere per migliorare la guida autonoma. L’imprenditore sudafricano, infatti, ha spiegato più volte di equiparare l’occhio umano a telecamere: se l’uomo riesce a guidare solo coi suoi occhi, non c’è motivo per cui un’auto dovrebbe necessitare di radar e lidar per funzionare al meglio. Secondo il New York Times si tratta di una scelta economica e stilistica, in quanto i radar sarebbero decisamente più costosi (e vistosi) rispetto a semplici telecamere che, diversamente dagli altri strumenti, Tesla è in grado di produrre in casa. Il lidar, che molte case stanno implementando nei loro modelli d’alta gamma, sarebbero in questo senso ancora più impegnativi.

Elon Musk alla presentazione di Tesla Roadster 2, la supercar elettrica mai realmente entrata in produzione
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Che Elon Musk abbia da sempre svolto una campagna di marketing basata su annunci roboanti e spesso lontani dalla realtà oggettiva (con proroghe costanti, cambi di posizione e Tweet al vetriolo) non è una novità, ma se il suo approccio continua a funzionare è perché molte di queste promesse sono state mantenute: Musk ha venduto lanciafiamme, spedito una macchina nello spazio e, più di ogni altra cosa, ha cambiato per sempre la percezione dell’auto elettrica nel mondo, diventando il deus ex machina della transizione ecologica protagonista di questo decennio.

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