Löffler: «Nuova Audi TT? Per il design ci siamo ispirati ai muscoli di Usain Bolt»

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Jürgen Löffler, Senior Designer presso il Center Design Exterieur di Audi AG, ci ha spiegato com'è cambiata la nuova Audi TT, che dopo 500.000 unità vendute e tre diverse generazione si presenta totalmente rinnovata dalla prima all'ultima vite
13 marzo 2014

Ingolstadt - Rimettere mano ad auto iconiche come possono essere la Porsche 911, la Mini, la Fiat 500, il Volkswagen Maggiolino o l'Audi TT, è sempre un'impresa difficile. Si tratta di modelli diventati leggendari, che sono riusciti ad inventarsi uno stile unico, subito riconoscibile e che per questo hanno conquistato il cuore di centinaia di migliaia di clienti in tutto il mondo.

 

Quando arriva il momento di realizzare la nuova generazione però il rischio per uno stilista è quello di stravolgere l'immagine del modello, facendo svanire proprio quel patrimonio genetico che lo ha reso così famoso. All'estremo opposto però, applicando cioè uno stile troppo conservativo, si può andare incontro ad un'eventualità forse ancora peggiore, realizzando un'auto troppo simile al modello che l'ha preceduta.

 

Il genio del designer si deve muovere quindi all'interno di quel ristretto confine tra evoluzione e tradizione, proponendo qualcosa di completamente nuovo da un lato, ma anche di estremamente riconoscibile.

 

È certamente il caso della nuova Audi TT, che, giunta alla terza generazione, dopo 500.000 unità vendute in poco più di 15 anni di storia, si rinnova dalla prima all'ultima vite, proponendo però sempre quel design a metà tra sportività, gusto retrò e tecnologia che l'ha resa così unica.  

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La nuova Audi TT riprende in maniera esplicita molti degli elementi della prima serie del 1998

 

Di come la nuova TT sia riuscita ad evolversi senza venir meno a se stessa ne abbiamo parlato con Jürgen Löffler, Senior Designer presso il Center Design Exterieur di Audi AG.

 

L'Auto TT è diventata un'auto iconica, che deve quindi sempre rimanere fedele a se stessa, evolvendosi senza mai stravolgere il suo stile. Il merito va riconosciuto alla prima serie, che ha segnato il passo. Quali erano le sue caratteristiche peculiari, che ne hanno decretato il successo? 

«La prima TT del 1998 era stata pensata inizialmente come una roadster e solo successivamente si è pesato di presentarla nella sua prima versione come una coupé. Per questo motivo la prima serie appare composta da un corpo di base molto unitario, mentre il tetto sembra un elemento quasi a se stante,“appoggiato” sopra alla linea di cintura. La prima TT diventa un’auto iconica grazie ad alcuni elementi indimenticabili come i passaruota molto pronunciati e bombati, lo specchietto retrovisore esterno applicato alla spalla delle portiere e il tipico sportellino del serbatoio carburante. La zona posteriore si rendeva unica grazie ad un lunotto molto esteso, ma anche per merito dei terminali di scarico tondi e molto ravvicinati tra loro».

 

Jürgen Löffler disegna per Automoto.it il frontale della nuova Audi TT in 30 secondi

 

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La nuova Audi TT è più aggressiva rispetto al passato

 

Il modello uscente, di seconda generazione, taglia i ponti con le forme simpatiche della prima serie, non è vero?
«Sì, nel 2006 arriva la seconda generazione, cha abbandona in parte i tratti simpatici e bombati della prima serie, per assumere un look che fosse maggiormente in linea con il family feeling della gamma. Il tetto non è più “appoggiato” al corpo vettura, ma si fonde in maniera più armoniosa con la spalla posteriore, i passaruota sono ancora pronunciati, ma molto più fluidi rispetto a prima».
 

E il nuovo modello com'è cambiato? Sono ancora importanti le origini?
«Nel 2014 è arrivata la TT di terza generazione, un’auto che vuole riprendere con maggior forza i tratti stilistici tipici della prima serie, pur presentandosi in una veste decisamente più aggressiva. Il tetto torna a sembrare “appoggiato” sul corpo vettura, grazie ad un taglio netto tra il montante e la spalla posteriore. I passaruota tornano ad essere messi in grande risalto grazie a superfici e linee di forza molto più definite, mentre rimane invariato il grande lunotto posteriore e il leggendario tappo del serbatoio del carburante, che abbiamo reinterpretato in chiave retrò e artigianale, con le viti a vista. I terminali di scarico poi sono ancora vicini l'uno all'altro, proprio come avveniva in passato».

Abbiamo alleggerito di 50 kg rispetto al passato la nuova TT e volevamo sottolineare questo aspetto anche attraverso il design

 

Come si è evoluto il design?
«Abbiamo alleggerito di 50 kg rispetto al passato la nuova TT e volevamo sottolineare questo aspetto anche attraverso il design. Per questo motivo per disegnare la TT ci siamo ispirati ad un atleta come Usain Bolt, uno sprinter che mette in mostra sotto ad una pelle estremamente tesa muscoli definitissimi, pronti a scattare alla massima velocità. Allo stesso modo anche le superfici di carrozzeria della nuova TT appaiono davvero tese, con linee di forza incredibilmente nitide, che lasciano immaginare la forza ed i muscoli che si nascondono sotto al cofano. Io leggo sempre le automobili come se fossero degli esseri umani. Guardando l’anteriore ritroviamo ancora l’immagine di un atleta pronto a scattare dai blocchi di partenza, con uno sguardo deciso, che punta già alla vittoria ed al risultato. La nuova TT mette in mostra delle sopracciglia che trasmettono aggressività, forza e grande determinazione. La calandra tridimensionale single frame ci ha permesso di collocare i Quattro Anelli sul cofano, ora molto appiattito, proprio come sulla R8».

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I led della nuova TT riprendono volutamente il design di quelli utilizzati sulla R18 e-tron quattro da competizione

 

In casa Audi assumono sempre grande importanza i gruppi ottici. Come sono cambiati quelli della TT?
«Per i gruppi ottici abbiamo volutamente pensato a sviluppare delle luci a diurne a led verticali, che ricordano quelle della R18 e-tron, la nostra auto da corsa per la 24 Ore di Le Mans, ma anche quelli della nostra supercar R8. I gruppi ottici posteriori invece, con la loro geometria piuttosto verticalizzata sono un omaggio esplicito la modello di prima generazione. La disposizione delle luci però, che si sviluppa in larghezza soprattutto grazie al grande terzo stop, conferisce un aspetto ancora più possente alla vettura».

 

Perché parlate di "Avanguardia della Tecnica" - che poi è il vostro slogan - anche per quanto riguarda l'elaborazione del linguaggio stilistico?

«L'espressione così marcata delle nervature, che sono così nitide e nette da assomigliare alla piega dei pantaloni,nascono da un'esigenza di design ma non è stato affatto semplice tradurle in realtà, soprattutto perché gli ingegneri hanno dovuto lavorare sull'allumino [materiale utilizzato per diverse zone delle carrozzeria come cofano e sportelli, ndr]. Questa realizzazione è veramente all'Avanguardia della Tecnica. Ogni profilatura che vediamo nascere sul frontale della TT prosegue poi lungo tutta la vettura, attraversando con una precisione eccezionale diversi materiali, dalle superfici plastiche a quelle in alluminio».

 

Audi TT - Una costante evoluzione attraverso tre generazioni

 

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La nuova calandra single frame, ora molto più ampia e squadrata, ha sposto i Quattro Anelli sul cofano, proprio come sulla R8

 

Quanto ci vuole a concepire interamente il design di un nuovo modello, dai primi schizzi fino al progetto finito?
«Quando si inizia un nuovo progetto diversi designer partecipano ad una sorta di gara, dove ognuno porta il proprio progetto. Per i primi due anni si sviluppano diversi schizzi, bozzetti e disegni, poi viene scelto il lavoro più stimato e devono passare altri due anni per raggiungere la maturità per la produzione in serie».

 

Gli ingegneri mettono dei limiti al lavoro dei designer?
«Io direi piuttosto che gli ingegneri appoggiano le nostre idee, perché in Audi il design assume un'importanza fondamentale. Del resto il design è l'aspetto chiave per vendere la vettura, se un'auto piace vende altrimenti no».

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Il tetto della nuova TT torna a sembrare "appoggiato" sul corpo vettura, come nelle prima serie del 1998, grazie ad un taglio molto netto tra il montante posteriore e la spalla, visibile proprio sopra al tappo del serbatoio

 

E' vero, la TT è un'auto iconica, come possono essere la Porsche 911 o il Volkswagen Maggiolino, ma sono tanti ad affermare che la nuova serie è fin troppo simile al passato. Come rispondete a questa osservazione?
«La nuova TT riprende esplicitamente diversi elementi della TT di prima generazione. Io in ogni caso penso che quando un costruttore si ritrova tra le mani un'icona come la TT non bisogna stravolgerla. La nuova TT in ogni caso non ha ricalcato 1 a 1 le precedenti generazioni, certo, mantiene inalterato il suo DNA e il suo patrimonio genetico ma è anche stata reinterpretata in chiave moderna. Sicuramente il nuovo modello si distingue molto dal passato per il particolare trattamento delle superfici, che mettono in mostra linee davvero tese ma anche molto pulite e nitide. La nuova TT è diventata molto più sportiva, non è più così tondeggiante come in passato, non ha più quello stile “Bauhaus” della prima serie. Ora è più larga e appiattita, davvero imponente e robusta su strada. E poi è diventata tridimensionale, mentre prima non lo era affatto. La nuova TT è costituita da tutta una serie di sfaccettature e diversi piani dimensionali, lo dimostra benissimo la cavità spigolosa tra i gruppi ottici anteriori e la calandra. Sono sicuro che la TT tra dieci o venti anni sarà una delle auto storiche più ricercate e preziose».

Io leggo sempre le automobili come se fossero degli esseri umani

 

La nuova TT Ha qualcosa che ricorda il mondo Lamborghini, non è vero?
«Devo dire di sì, specialmente in alcuni dettagli del frontale. La cavità così spigolosa tra i fari e la calandra singole frame è molto Lamborghini, ricorda tanto una presa d'aria aeronautica». 

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