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E’ Porsche l’azienda che per prima ha il coraggio di reagire. E lo fa in maniera efficace, dura ma civile ed elegante. Può apparire meno significativa di quanto in realtà lo sia la campagna pubblicitaria che Porsche ha lanciato in questi giorni e di cui abbiamo già parlato, ma in realtà ha il peso di un macigno.
Per la prima volta un brand automobilistico reagisce, non ci sta più. Una congiunzione di tasse, leggi, burocrazia, diffusione di notizie negative, allarmismi ambientali e chi più ne ha più ne metta, ha generato un “sentiment” ormai così profondo da convincere gli italiani a sentirsi colpevoli anche quando sono nel giusto, a disfarsi dei beni di cui sono in possesso, a tenere i risparmi sotto al cuscino, a rinunciare a godersi la vita, a intristirsi.
La situazione attuale vede da una parte il nostro Governo con una task force dedicata a martellare il settore dell’auto, a incidere pesantemente sui costi d’esercizio della vettura (18 imposte tra carburanti, accise, assicurazioni, bolli), a rendere la burocrazia ingestibile con 30 passaggi procedurali cartacei medi per auto.
Dall’altra la comunicazione delle Case, che abbassa la testa e si adegua al clima lanciando solo messaggi che fanno leva sui bassi consumi, sulla sicurezza, sui prezzi, sulle rate. Allo stesso modo i giornali e i telegiornali che parlando solo di crisi, generano negli utenti un clima di insicurezza e di infelicità che toglie l’iniziativa ad ogni persona sana di mente.
Ecco dunque una reazione, unica nel suo genere che va controcorrente e rilancia un nuovo messaggio: siete persone vive, guardate avanti, non fatevi sottomettere, i vostri sogni sono possibili.
Chi meglio di Oliviero Toscani e Oscar Giannino avrebbero potuto contribuire a creare questo motto di liberazione contro “i massacratori”? Lo stesso Giannino ha voluto contribuire alla campagna di Porsche in maniera gratuita, spinto da un’etica personale che appoggia il progetto di una Casa che per prima vuole reagire.
“Forse la campagna non è nemmeno stata ideata per far vendere più Porsche ma per aprire una nuova strada, fondamentale, di reazione, che ci auguriamo possa avere tanto seguito”
L’idea è bella e va appoggiata. A breve pubblicheremo gli interventi completi di Toscani e di Giannino. Forse la campagna non è nemmeno stata ideata per far vendere più Porsche ma per aprire una nuova strada, fondamentale, di reazione, che ci auguriamo possa avere tanto seguito.
Una campagna civile, “non violenta”, che possa far confluire le reazioni dei singoli in un fiume in grado di cambiare le cose che oggi rendono la vita di tutti insostenibile. «Liberarsi dai custodi dell’incubo», come dice Oscar Giannino, deve essere la prima mossa.