L’auto in tempo di Covid serve eccome, senza distinzione di fascia: tutti in macchina per mangiare [con buonsenso o senza]

L’auto in tempo di Covid serve eccome, senza distinzione di fascia: tutti in macchina per mangiare [con buonsenso o senza]
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Se da noi certi scellerati vengono lasciati liberi di affollare supermercati più di quanto serva, sgomitando di persona per avere il loro prodotto preferito dallo scaffale, alcuni Stati americani forniscono alimenti direttamente nei bagagliai dell’auto. Tutti in coda, indipendentemente dal modello di vecchia berlina o nuovo SUV premium, accettando quanto arriva
11 aprile 2020

E beh, si sa: “Noi in Italia abbiamo cultura e storia quasi senza pari al mondo, arte da ammirare, paesaggi che calamitano interesse ogni stagione, tra mari e monti”. Gli americani? “Chi? Quelli comandati da Trump?! Se va bene erano mandriani poi arricchiti dal petrolio, alla peggio veri e propri malfattori scappati dall’Europa”. Questi i peggio luoghi comuni di alcuni abitanti del nostro Bel Paese. A contraddire, queste ipotesi esagerate per fortuna non seriamente condivise da tutti, ci sono le file di queste settimane.

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Nuove code

Le file che nonostante la mobilità sia limitata come non mai, si creano e infastiscono le persone quasi peggio che in tangenziale, come accadeva durante le vecchie settimane di lavoro negli anni pre-2020. Ci sono però diversi modi di farle, queste nuove e più tristi code. Per gli italiani spesso si tratta di essere ammassati, distanziati il minimo di legge, per poi accaparrarsi sugli scaffali provviste almeno settimanali. Abbondanza, scorta di farine e materia prima con fantasia di cucina mediterranea come antidoto a malumore da Covid-paura. Non tutta Italia, ovvio. In molte province del Nord chi vive ancora ma avendo perso persone care, non esagera più: se non lo aveva intuito di suo, ora ha chiara la lezione.

Immagini: Hearst Newspapers, LLC
Immagini: Hearst Newspapers, LLC

Drive-thru food drive

Per gli americani invece il discorso è più vario. Tanti Stati e tante variabili. Quello che più ha colpito di recente sono le code di veicoli verso le “food bank” o altre forme di aiuto alimentare. Non esattamente come la nostra mensa dei poveri, ma il concetto base dell’aiuto per mangiare, è quello. Accade per esempio in Texas, dove si pensa, appartenendo a chi usa lo stereotipo “cattivo” detto sopra, ci sia solo benessere e cultura superficiale a suon di dollari facili. Questi veicoli in lunga coda non fanno altro che andare a un “drive-in” della spesa alimentare. Le fermate le chamano anche drive-thru food drive. Dove anche quelli che prima potevano spendere, avendo discreto tenore di vita, sono costretti ora a rifornirsi.

Già, i concetti di RISPARMIO familiare e STATO SOCIALE, che generazioni intere di stolti finti acculturati (perchè a scuola e all'università sono molto chiaramente insegnate, queste cose) hanno sottovalutato anche in Italia, per buttarsi nel soddisfacimento di bisogni momentanei, sono "roba" che invece serve. Eccome, per tutti, ma lo si ricorda solo quanto capita. Ecco che le immagini americane sono esempio plateale, da San Antonio (file di auto chilometriche mai viste) ma anche dall'Indiana, California o Pennsylvania: impressionano.

Con modelli di auto e SUV anche belli e potenti, in coda assieme a scassoni o rottami per avere, senza il rischio di contatto con tutti gli avventori della spesa, un kit alimentare. La scelta di prodotti è quel che è (spesso quanto meno appetibile nelle normali rivendite di chi paga) la quantità pure (altro che pizza e torte per tutti, a volontà) calibrata per bastare circa un mese o due settimane, secondo le organizzazioni.

Indiana (US) militari mettono provviste di cibo in auto per i bisognosi, che possiedono ancora un'auto ma non più il lavoro
Indiana (US) militari mettono provviste di cibo in auto per i bisognosi, che possiedono ancora un'auto ma non più il lavoro

 

Tra tanti bisogni e abitudini del passato divenute superflue, oggi l’auto propria e disponibile, additata fino al 2019 come decadente, è ancora di valore. Permette a queste persone di rimanere comode e tutelate, invece che stare ore in piedi sotto sole o intemperie, per andare poi ammassati in nuovi centri aperti, o quelle mense per poveri estese oggi ai lavoratori del 2019, senza tutele e risparmi dopo l'esplosione di Covid-19.

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