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Sergio Salvaresi, professore al dipartimento di elettronica, informazione ed ingegneria del Politecnico di Milano ha sganciato la bomba: “Tra 30 anni non avremo più auto di proprietà e ci muoveremo su robo-taxi.” Lo sapete cosa ne penso? Che ha ragione anche se i tempi non saranno esattamente questi. Prima di arrivare a questo punto, ce ne sarà un’altro intermedio che segnerà in molti casi la fine della passione per l’auto da parte delle persone “normali” ed avverrà molto presto. Nell’arco di una decina d’anni. Sì perché non appena una macchina “normale” come una Panda costerà 30.000 euro l’auto non sarà più accessibile ai più e di conseguenza cambieranno anche gli scenari con cui si vivrà l’auto da parte degli appassionati.
Ma quando un’auto normale costerà almeno 30.000 euro? Tra pochissimo, perché se è vero che con l’andare del tempo alcune tecnologie si abbassano di prezzo entrando in logiche di scala va anche detto che la produzione di batterie mantiene da sempre dei costi molto elevati e la crescita dei volumi - a fronte della tecnologia attuale - sta in realtà generando il fenomeno contrario visto che i materiali per realizzarle sono sempre più costosi.
Come se non bastasse la direzione di abbandonare il petrolio per l’automotive è già stata presa ed in Europa come in America nell’arco di alcune decine d’anni si venderanno solo auto elettriche: anche la California come l’Europa da 2035 proibirà la vendita di auto termiche e questo, al netto del giro dell’usato, costringerà le persone ad acquistare auto che richiedono un notevole esborso economico ma soprattutto una gestione diversa rispetto a quella di una auto a benzina: cosa semplice per chi è elettrocompatibile - banalmente ha un garage o un posto auto servito da corrente - ma impossibile per chi l’auto la parcheggia in strada da sempre.
Ecco perché in uno scenario in cui la richiesta di auto “popolari” verrà forzatamente ridotta dai costi e dalle modalità di esercizio per alcuni “impossibili” di questi oggetti si presenteranno dei player che oggi sono già presenti nella nostra mobilità quotidiana con soluzioni di mobilità che vanno oltre a quelle proposte sino ad oggi: sì perché a fianco delle biciclette, dei monopattini e dei motorini a noleggio presto si affiancheranno anche flotte d’auto che potranno agire in un territorio in cui la concorrenza del privato è inferiore e soprattutto lo potranno fare dopo aver allenato per anni le loro intelligenze artificiali con tutte le milioni di corse di monopattini che anno dopo anno stanno aiutando quei sistemi a capire come, dove e quando posizionare non solo le bici, non solo gli scooter, non solo i monopattini ma anche le auto. Offrendo un servizio utile alle persone che rimpiazzerà definitivamente l’esigenza di una automobile privata. La passione auto dunque andrà a sparire anche se non per tutti: alcune tipologie di auto, dove si generano ancora margini, saranno ancora protagoniste di alcune fasce di mercato. Dalla Tesla Model 3 in su, per intenderci. Tutto quello che sta sotto, dalla Golf al SUV di segmento C/D fino alla Panda, sarà tutto a noleggio. Lo scenario esiste ed è per questo che moltissime aziende, come Mercedes, hanno già annunciato da anni di non voler più realizzare vetture di successo come Classe A, Classe B e tutte le vetture di segmento inferiore alla Classe C.
Tutto questo può cambiare, chiaramente in scenari di guerra con relative conseguenze, ma allo stato attuale questo è quello che succederà in relazione alle normative che stanno avanzando. Non è detto che sia un male: certamente ci saranno meno auto doppie nelle famiglie degli italiani e probabilmente meno auto per le strade. Più gente in bici, più gente in monopattino, più gente in treno, più gente in aereo, più gente con…l’auto a noleggio. Più avanti, poi, arriveranno i robot di Salvaresi. Ma ci vorrà qualcosa in più di 30 anni.