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La nuova, attesissima Alfa Romeo Tonale uscirà dallo stabilimento di Pomigliano D’Arco, forte di quell’etichetta - al pari delle sorelle maggiori Giulia e Stelvio, costruite però a Cassino - di auto Made in Italy. E, se per qualcuno conta poco, per altri invece è un parametro determinante nella scelta di un’auto nuova. La gamma del Biscione non è l’unica ad essere prodotta nello stivale, tutt’altro.
Come è noto infatti, tra i marchi che costruiscono le proprie auto nel bel paese c’è la motorvalley al gran completo, ovvero Ferrari (a Maranello), Lamborghini (a Sant’Agata Bolognese) e Maserati. Se le prime due costruiscono rigorosamente in sede, per il marchio del Tridente la produzione è divisa tra l’headquarter di Modena, lo storico stabilimento di Mirafiori e quello di Grugliasco (TO), rilevato da Bertone nei primi Duemila e dedicato alla casa emiliana. Si aggiungono poi alla lista delle supercar italiche la Dallara, targata Varano De’ Melegari, la Mazzanti di Pontedera e la Pagani a San Cesario sul Panaro.
Gli anni di FCA hanno portato in dote parte della gamma Jeep nello stabilimento di Melfi, dove vengono costruite (sulla stessa linea) Compass, Renegade e la gemella di quest’ultima, la Fiat 500X. Va detto tuttavia che le scelte strategiche di Stellantis vedranno presto un trasferimento della produzione di Compass e 500X a Tychy, in Polonia, dove (tra le altre) vengono costruite Fiat 500 e Lancia Ypsilon.
Per quanto riguarda Fiat, Panda verrà rimossa dallo stabilimento di Pomigliano proprio per lasciare spazio a Tonale, mentre in Val di Sangro, allo stabilimento Sevel, la fusione tra FCA e PSA è già realtà dalla fine degli anni Settanta. Qui vengono infatti prodotti Fiat Ducato e i fratelli francesi Citroën Jumper e Peugeot Boxer.
Sapere di così tante vetture prodotte nel nostro paese non può che far piacere, va detto però che non è tutto oro quello che luccica. Mentre Ferrari ha recentemente dato ingenti premi di produzione ad ogni dipendente della società (si parla di circa 12.000 euro a fine anno), altri sono stati decisamente meno fortunati. In questi giorni il Soa, Sindacato autorganizzati di FImuniti, sta portando avanti uno sciopero allo stabilimento Stellantis di Termoli per “Il rientro di tutti i cassintegrati - come ha spiegato Andrea Di Paolo ad Ansa - e un piano industriale chiaro. Siamo contrari alla delocalizzazione da Termoli verso altre nazioni come la Polonia e ci auguriamo che il Gruppo rispetti il territorio e i patti”. Il caso, purtroppo, non è certo singolare.