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Il suo nome, purtroppo, forse oggi dice poco agli automobilisti italiani; ed è un vero peccato, perché la figura di Filippo Caracciolo di Castagneto meriterebbe di essere citata nei libri di storia, per l’opera svolta a favore dello sviluppo delle quattro ruote nel nostro Paese.
Nominato Commissario Straordinario dell’ACI nel 1944, nel ’51 ne fu eletto Presidente, carica conservata senza interruzioni fino al 1965. In tale lungo intervallo di tempo, fu anche Presidente della FIA (la Federazione Internazionale dell’Automobile), oltre ad occupare altre importanti poltrone in Enti, Associazioni e Società legate alle quattro ruote.
Insomma, un impegno a 360°, capace di lasciare un’impronta indelebile nella storia dell’ACI, negli anni dello sviluppo della mobilità di massa in auto e senza dimenticare temi importanti, come la sicurezza e l’impegno in ambito sportivo.
A Filippo Caracciolo, cui è già intitolata la Galleria di via Marsala a Roma dove si aprono le porte della sede centrale dell’ACI (sede, va ricordato, fortemente voluta proprio da Caracciolo), è da oggi dedicato anche un bassorilievo che ne riporta il profilo ed una frase diventata storica, oltre a tre diversi simboli che nel tempo si sono succeduti per rappresentare l’ACI.
Alla cerimonia commemorativa, con gli onori di casa svolti dal Presidente ACI Angelo Sticchi Damiani, hanno partecipato anche il Presidente di FCA John Elkann, i discendenti della famiglia, il Presidente di Sara Assicurazioni ed ex-presidente ACI Rosario Alessi e Giorgio La Malfa, a rappresentanza del mondo politico.