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Il ritorno di José Mourinho in Italia per guidare la Roma ha scosso le fondamenta del calcio italico. Perché in questi anni lo Special One non lo ha dimenticato nessuno, né chi lo aveva affrontato come un nemico né tantomeno chi lo ringrazia ancora per aver portato l’Inter sul tetto del mondo. La dirigenza giallorossa ha fatto sapere di aver stipulato un contratto triennale con il tecnico portoghese, il quale si è detto entusiasta della nuova sfida.
“Dopo essermi confrontato con la proprietà e con Tiago Pinto ho capito immediatamente quanto sia alta l’ambizione di questa Società. L'incredibile passione dei tifosi della Roma mi ha convinto ad accettare l’incarico. Daje Roma!”.
— AS Roma (@OfficialASRoma) May 4, 2021
💬 𝑱𝒐𝒔𝒆́ 𝑴𝒐𝒖𝒓𝒊𝒏𝒉𝒐
Fra i molti cambiamenti che dovrà affrontare, Mourinho si ritroverà anche su strade con la guida a destra dopo gli anni in Inghilterra in cui, per sua stessa ammissione, era stato costretto ad affidarsi ad un autista per una sua incapacità a guidare nel senso di marcia inverso. Così il ritorno in Italia può essere anche l’occasione perfetta per rimettersi al volante di una delle sue tante supercar. Il portoghese infatti ha sempre avuto una grande passione per le automobili, di cui ha raccontato più volte la storia.
Tutto cominciò con la compatta francese, un regalo del padre ad un José fresco di patente. In seguito Mourinho comprò in autonomia una Honda Civic, prima macchina acquistata di tasca propria nonché (probabilmente) l'ultima dal prezzo abbordabile dalla stragrande maggioranza delle persone. Perché con il successo e la fama sono arrivate anche auto veloci, lussuose ed esclusive. La più impressionante forse è la Ferrari 612 Scaglietti che Roman Abramovič ha regalato all’allenatore portoghese nel 2008 per i risultati raggiunti con il suo Chelsea. La vettura guidata da Mourinho, una “Sessanta” costruita in 60 pezzi per celebrare il 60° anniversario dalla fondazione di Ferrari, è spinta da un glorioso V12 aspirato da 5,8 litri da 540 CV e 590 Nm di coppia, il tutto scaricato senza remore sull’asse posteriore.
Anche se nel 1996, quando lavorava come assistente di Bobby Robson al Barcellona, rischiò la vita a bordo di una Suzuki Vitara: “È stato un brutto incidente - ha ricordato José - stavo andando a firmare un contratto a Barcellona, ma non ho preso l’aereo perché non volevo farmi fotografare. Mentre guidavo per tornare in Portogallo mi sono addormentato, era tardi e ho avuto un colpo di sonno. Sono stato fortunato, me la sono cavata con un paio di costole rotte e qualche punto in testa”.
Nel 2010 poi, quando vinse il celebre Triplete con l’Inter, Mourinho si concesse un’Aston Martin Rapide, anch'essa spinta da un V12, stavolta da 5,9 litri e 477 CV.:“Ho vinto tutto con l’Inter, e allo stesso tempo ho vinto il mio primo pallone d’oro come miglior allenatore. Quindi con quel 2010 perfetto ho comprato un’Aston Martin Rapide. Quando l’ho presa ho detto ai miei figli che non avrebbero mai potuto venderla perché avrebbe dovuto rimanere sempre in famiglia”.
In seguito il Portoghese è diventato ambasciatore Jaguar, passando da una F-Type Coupé ad una F- Pace S fino ad arrivare ad una Jaguar XJ. Ora, con il ritorno in Italia, forse tornerà ad un garage più italico.