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Quando qualcuno non c’è più, si tende a provare a immaginare a cosa avrebbe detto e pensato. Soprattutto in momenti storici che hanno il sapore dei bivi o di una qualche particolare difficoltà. E soprattutto se quel qualcuno ha fatto la storia, oltre che di una azienda, anche di un Paese nella sua declinazione economica, come nel caso di Gianni Agnelli. Il prossimo 12 marzo ricorreranno cento anni dalla sua nascita e John Elkann, nipote proprio di Agnelli, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa, il quotidiano di Torino.
“Sarebbe stato molto felice della nascita di Stellantis – ha affermato – Il mondo cambia e cambiano i processi economici. Era molto legato all’Italia e questa fusione, che se ne dica, rappresenta una opportunità di crescita anche degli investimenti nel nostro Paese, in termini di sviluppo e anche di occupazione”. A fare da contraltare alla presunta felicità di Agnelli, però, ci sarebbe certamente stata la situazione della Ferrari in Formula1. "Sarebbe deluso – ha affermato - come lo siamo tutti noi tifosi della Ferrari. Ma io sono ottimista, perché abbiamo due piloti giovani: non sono abituati a vincere, ma hanno tanta voglia di allenarsi per vincere. Con la loro umiltà e determinazione stanno contagiando tutta la squadra".
Elkann ha toccato anche i temi dell’ambiente – “Greta lo avrebbe sicuramente incuriosito e sono certo che avrebbe voluto incontrarla per ascoltare le sue istanze come ha sempre fatto con i giovani, a cui dedicava grande attenzione” – e della pandemia che sta affliggendo in mondo: “Non avrebbe avuto paura del Covid. Certamente avrebbe dedicato la giusta attenzione al problema e si sarebbe sicuramente vaccinato. Avrebbe ragionato sulle strategie necessarie a vincere la paura e l'incertezza. Ci avrebbe sollecitato ad usare al meglio la tecnologia e ad affrontare la sfida ambientale. Ci avrebbe stimolato a trovare soluzioni creative e credibili. Soprattutto: avrebbe puntato molto sui giovani”.