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La Jeep Willys è stata molto è più di un semplice veicolo; è un'icona storica che ha giocato un ruolo cruciale durante la Seconda Guerra Mondiale e ha influenzato profondamente il design e la cultura automobilistica nel corso dei decenni, ha fatto nascere un marchio, ha incarnato in un nome (Jeep, contrazione soldatesca di GP che stava per General Purpose, per tutti gli usi), ha dato origine ad un vera e propria cultura automobilistica a sé stante. Originariamente realizzata dalla Bantam, era nata per soddisfare le esigenze militari degli Stati Uniti, con requisiti molto stringenti ma soprattutto tempi di realizzazione e di produzione impensabili, tant'è vero che la produzione venne affidata a due fabbriche, Willys e Ford.
La Jeep Willys si è distinta per la sua robustezza, versatilità e affidabilità su terreni difficili, guadagnandosi il soprannome di "eroe di guerra di ferro". Con il passare degli anni, questo veicolo ha saputo reinventarsi, passando dal campo di battaglia alle strade civili, mantenendo intatto il suo spirito avventuroso e diventando un simbolo di libertà e esplorazione. Proviamo a raccontare, se non la sua ben nota storia, il cosa si prova a guidarla, perché è così particolare e diversa dalle altre e anche... cosa si rompe più spesso. In fondo, anche se era un'eroina, aveva anche lei dei punti deboli
Moltissime delle Jeep Willys che sono in circolazione in Italia provengono direttamente dai ripetuti sbarchi degli Alleati nel nostro Paese, dalla Sicilia nel 1943 in avanti a Salerno, Napoli, Anzio. Dopo la guerra ne vennero alienate moltissime che finirono per essere usate principalmente come mezzi agricoli dai contadini. Solide e semplici da aggiustare, avevano anche un'ampia disponibilità di ricambi e di esemplari da cannibalizzare. Non era proprio come un trattore, ma in compenso erano praticamente gratis. Oggi il restauro e la manutenzione si affidano a centri specializzati e una delle principali fonti per i ricambi è Jeep Sud-est boutique dove si trova qualsiasi cosa, dal bullone marchiato Ford a qualsiasi parte dell'auto. Si possono persino acquistare i telai interi e i motori e ricostruire un'auto a partire da zero o quasi.
Bisogna stare attenti sopratutto ai freni che non sono molto efficaci, specie in fuoristrada. Ha tre marce e un cambio perfetto perché gli innesti sono fantastici. Un altro punto critico è il confort perché sei seduto su un cuscino che a sua volta su un asse di legno sopra al serbatoio della benzina, andare a più di 60 all'ora, se la strada non è perfetta, è già impegnativo, considerato che si usa quasi sempre aperta. È vero, ci sono delle versioni con le porte di tela, ma l'aria passa da tutte le parti e nella stagione fredda non si può fare conto sul riscaldamento. Per lo sterzo ci vuole un po' di forza da fermi, ma una volta in movimento non chiede troppa fatica. Siccome è molto leggera, anche se i cavalli sono pochi (circa 60 CV da un 2,2 litri 4 cilindri soprannomnato Go Devil) la coppia non manca e poi c'è il riduttore quando serve.
Le riparazioni sono molto semplici, benché tu debba fare i conti con pezzi che magari non vengono smontati dal 1942, comunque da una foratura ad un intervento sul motore è tutto molto semplice. Una cosa da avere a bordo sempre è un minimo di attrezzi e una membrana della pompa benzina perché è una delle cose che ti lasciano a piedi e si rompe spesso, tanto ci vuole un secondo a cambiarla e non serve nemmeo il cacciavite. Poi meglio avere come ricambio la molla ri lancio del motorino di avviamento ed è bene usare sempre un buon additivo nella benzina. Un po' di attenzione a quegli esemplari che non sono già stati restaurati, perché i militari all'epoca le trattavano molto "rudemente" e quasi sempre in fuoristrada, ne ho viste alcune con il fondo della coppia dell'olio piena di terriccio.
Jeep
Corso G. Agnelli, 200
10135 Torino
(TO) - Italia
800 0426 5337
https://www.jeep-official.it/
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