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Il momento non felicissimo del settore automotive, messo in ulteriore difficoltà dalla crisi Coronavirus, mette in discussione alcuni modelli della gamma del Gruppo Jaguar-Land Rover.
E’ quanto emerge dalla conference call con gli investitori dello scorso 15 giugno, nella quale rispondendo alla domanda di un analista, PB Balaji, direttore finanziario di Tata Motors che proprietaria di JLR, ha dichiarato che «Non vogliamo reagire nell’immediato ai titoli dei giornali per decidere la strategia a lungo termine perché la decisione avrà un impatto su di noi tra tre o quattro anni da adesso».
Niente di deciso, dunque, ma la possibilità di un ridimensionamento della gamma è una possibilità aperta per il costruttore britannico. Nel caso, bisognerà individuare i modelli attuali meno profittevoli.
Difficilmente però il taglio riguarderà la Range Rover Evoque, le cui vendite sono aumentate del 24,7% su base annua, tanto meno la elettrica Jaguar I-Pace, con vendite in crescita del 40%. Incoraggianti è anche l’andamento delle vendite della Land Rover Defender di nuova generazione e delle versioni ibride plug-in di Range Rover Evoque e Land Rover Discovery Sport con il nuovo motore a benzina Ingenium a 3 cilindri da 1,5 litri, insieme alla Jaguar F-Type da poco rinnovata.
Dei due brand del Gruppo Jaguar-Land Rover, quello in maggiore difficoltà è Jaguar: « È un marchio molto rinomato, ma in alcuni mercati non è così forte come dovrebbe essere. Il team si sta concentrando esattamente su quale sia il posizionamento del marchio Jaguar e su come renderlo più accattivante», ha commentato Balaji rispondendo ad un’altra domanda.