Jaguar e Land Rover: oltre 160 vetture di supporto per l'emergenza Covid-19

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Jaguar e Land Rover hanno messo a disposizione una flotta di oltre 160 auto, tra cui 27 nuovi Defender, per fronteggiare l'emergenza sanitaria. Le vetture sono adibite al trasporto medicinali e cibo in diverse nazioni nel mondo
2 aprile 2020

In Italia, le misure di provvedimento per contenere il Coronavirus proseguiranno fino al 13 aprile (qui maggiori informazioni), ma anche il resto del mondo si trova costretto ad affrontare il problema. Le Case automobilistiche hanno dovuto interrompere o rallentare molte linee di produzione, ma non si sono fatte completamente fermare, infatti molte hanno ridimensionato alcuni reparti per la produzione di mascherine e respiratori (necessari per combattere il Covid-19). Jaguar e Land Rover hanno voluto fare un passo ancora più lungo e hanno messo a disposizione una flotta di oltre 160 vetture a supporto dei servizi sanitari e di protezione civile.

Lo squadrone di Jaguar e Land Rover contro il Coronavirus
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Mezzi di supporto

57 di questi veicoli, 27 dei quali sono dei nuovi Defender, affiancheranno la Croce Rossa inglese per il trasporto di medicinali e apparecchi medici in giro per tutto il Regno Unito e saranno dedicati allo spostamenti di cibo per chi ne avesse bisogno.

Questo servizio non è dedicatoe esclusivamente all'UK, ma anche ad altri Paesi del mondo: già 65 auto sono in azione Australia, Spagna, Sud Africa e Francia, ma i due Marchi inglesi si stanno movimentando per spedirne altrettanti in giro per il mondo.

«La salute e la sicurezza dei nostri dipendenti, clienti e delle loro famiglie rimane la nostra priorità. - ha dichiarato Finbar McFall, Jaguar Land Rover Customer Experience Director. - Jaguar e Land Rover faranno tutto il possibile per supportare le persone bisognose in tutto il mondo. La nostra collaborazione con la Croce Rossa risale a 65 anni fa e lavoreremo fianco a fianco con loro per fare tutto il possibile durante questa emergenza sanitaria globale. Forniremo anche aiuto a coloro che sono più vicini a casa nelle nostre comunità locali. Tutti possiamo svolgere un ruolo nell'aiutare i vulnerabili durante questa pandemia globale».

 

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