IVA autoscuole: in arrivo un provvedimento ad hoc
Potrebbe presto risolversi con un provvedimento ad hoc la paradossale vicenda dell’IVA al 22% sulle lezioni di guida nelle autoscuole, dopo che una recente sentenza della Corte di Giustizia UE (quella del 14 marzo 2019 nella causa C-449/17) ha messo fine all’esenzione dell’imposta per le lezioni teoriche e pratiche, precedentemente equiparate a quelle scolastiche e universitarie, esenti in quanto di natura didattica.
In seguito ad un interpello che ha chiamato a interpretare la sentenza, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato lo scorso 2 settembre che le scuole guida devono versare l’imposta dovuta per gli ultimi cinque anni o recuperare l’eventuale eccedenza a credito. Una interpretazione che ha naturalmente scatenato l’ira dei titolari che si troverebbero costretti non si sa bene in che modo, a recuperare l’imposta dai clienti. La stangata riguarderebbe 3,8 milioni di patenti conseguite dal 2014 e dal 2018.
L’Unasca, una delle associazioni di categoria, ha stimato i costi in almeno 110.000 euro per scuola. Per questo motivo lo scorso 18 settembre la categoria ha proclamato proclamato uno sciopero che ha fatto saltare il 50% degli esami di guida previsti in giornata.
Un barlume di speranza per le scuole guida si accende però con le dichiarazioni del senatore Antonio Misiani, vice ministro dell'Economia, che in un post su Facebook ha scritto: «La situazione paradossale che si è creata sulle scuole guida deriva da una sentenza di marzo 2019 della Corte di giustizia Ue, che ha stabilito che questi servizi non possono essere Iva esenti. Sul futuro vale la sentenza comunitaria. Sul passato, come ho detto a Mattino5, vogliamo evitare che le scuole guida debbano chiedere ai clienti degli ultimi 5 anni di versare un'imposta (Iva) che all'epoca non era dovuta. Lo faremo con una norma che inseriremo nel primo provvedimento utile».
