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E’ passato senza grossi scossoni l’uragano dell’aumento dell’Iva. Il motivo principale è stato sicuramente la rassicurazione da parte degli operatori finali di incamerare l’1% nel prezzo finale del prodotto senza alcun aumento. E così è stato, almeno sulla carta, da parte di supermercati, negozi di abbigliamento, e così via. Il tutto ben montato e divulgato dai vari canali della televisione di stato per rendere omaggio alla politica.
Carburanti: listini ritoccati immediatamente (all'insù)
Ma c’è un settore che non ha fatto una piega facendo partire l’aumento già pochi minuti dopo la mezzanotte. Nessuna compagnia ha rilasciato dichiarazioni che avrebbero assorbito con il prezzo alla pompa l’aumento dell’Iva. Questa è la dimostrazione lampante che esiste il famoso cartello fra le compagnie petrolifere.
Per non rischiare di farsi “del male” evitando il dumping anche di un solo soggetto si aumenta tutti assieme. Possibile che nelle stanze del governo nessuno si sia accorto di questa situazione? A dire il vero le cose stanno un poco cambiando perché i mancati incassi di Iva e di fatturato stanno spingendo i petrolieri e i titolari dei distributori a cercare di assorbire l’aumento dell’Iva perché il prezzo del petrolio sta diminuendo a causa dello Shutdown americano è perché solo una flessione dei prezzi può far ripartire la vendita dopo l’incremento messo a segno con l’aumento dell’Iva. Ad oggi in ogni caso sono pochi gli eventi in tale direzione. Uno degli effetti più tangibili e gravosi per le tasche degli italiani è l’aumento del prezzo dei carburanti.
La portata degli aumenti
«Il conto per le famiglie – spiega Coldiretti – rischia di essere inoltre più salato per l’aumento dei prezzi dei carburanti che ha un effetto valanga sull’88% della spesa degli italiani che viaggia su strada». Gli incrementi, secondo quanto calcolato dal portale Quotidiano Energia, saranno dell’ordine di 1,5 cent euro/litro sulla benzina, 1,4 sul diesel e 0,7 sul Gpl. Da parte sua Federconsumatori ha previsto un maggiore rincaro dei carburanti, stimato pari al +1,7 per cento. Anche se, a quanto riportano quotidiano di carattere economico , «L’aumento c’è ma non per tutti nella stessa misura».
Conferma che l’aumento c’è e nessuna casa petrolifera nonostante il prezzo del petrolio alla fonte stia diminuendo, abbia deciso di non aumentare il prezzo finale. E’ vero che adesso i titolari dei distributori hanno un margine di operatività. Ma nessuno lo applica. E allora ci chiediamo perché le varie organizzazioni di difesa dei consumatori si limitano a emettere comunicati senza passare ai dati di fatto? Perché dai vari ministeri interessati nessuno interviene? Qualche dubbio viene alla mente.
Intanto nel fine settimana appena passato, per il calo di vendite, alcune compagnie sono passate ad un leggero ribasso. Per esempio Tamoil ha ribassato di 1 cent sulla benzina, Esso e Q8 meno 0.5 sia sulla verde che sul diesel, Total anche meno 0,5 sulla benzina, - 0.4 sul diesel. I prezzi del Gpl sono in calo generalizzato di 1 cent. Secondo i dati nazionali i prezzi della benzina e del diesel sono rispettivamente a 1,797 e 1,729 litro con alcune punte per la verde di 1,850 e 1,755 per benzina e diesel*.
*I prezzi riportati nell'articolo sono relativi all'ultimo fine settimana