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Chi ha un po' di anni sulle spalle ricorderà che i piccoli valichi di frontiera fra Italia e Svizzera erano regolarmente presidiati dalla Guardia di Finanza, che controllava documenti e merci in transito nel forte flusso di auto di frontalieri e automobilisti occasionali. Ma da qualche anno a questa parte molti di questi aree di confine non sono più presidiate.
Proprio per questo alcuni furbetti scelgono questi valichi come strade di passaggio indisturbato per piccole e medie operazioni di contrabbando, approfittando non tanto di prezzi più bassi (cosa rara nella Confederazione Elvetica) ma dalla maggior disponibilità di certe merci.
È il caso dei sequestri operati dal Comando Provinciale delle Fiamme Gialle di Como che ha scoperto come oggi si contrabbandino sigari, orologi, gioielli, telefoni cellulari e denaro contante come riportato da Qui Como.
La strategia adottata dalla Guardia di Finanza contrasta efficacemente quella dei contrabbandieri, che tentano di passare dalla Svizzera o altri Paesi all'Italia evitando i valichi principali - sempre presidiati e sorvegliati da telecamere - e preferendo i piccoli valichi di montagna. Al passaggio del valico, magari controllato da un complice, tutto sembra tranquillo, ma qualche centinaio di metri dopo, quando sembra di averla fatta franca, l'inesorabile "paletta" delle Fiamme Gialle e i controlli di rito.
L'attività di "retrovalico" hanno luogo su tutti i confini terrestri ed si è rivelata efficace anche nel contrasto all'immigrazione illegale e di controllo del territorio sui valichi italiani più orientali.