Italia e guida autonoma: è vero amore!

Italia e guida autonoma: è vero amore!
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A sorpresa rispetto al resto del mondo, una ricerca Deloitte rivela l’interesse in crescita per la mobilità connessa e la guida assistita
20 marzo 2020

Il Global Automotive Consumer Study, ricerca condotta da Deloitte su oltre 35.000 consumatori in venti Paesi di tutto il mondo, riserva sempre qualche interessante sorpresa. 

Per quanto riguarda il settore automotive, per esempio, emerge che il mercato italiano è in controtendenza sulla tecnologia AV (Autonomous Vehicles): infatti, solo il 25% degli interpellati ritiene che non sia sicura, dato non solo in notevole calo rispetto alle precedenti edizioni della ricerca, ma anche molto più basso rispetto a Paesi come USA (48%), Giappone (47%) e Germania (45%).

Tuttavia, nel nostro Paese, come viene rilevato nel commento ai dati, come negli altri mercati analizzati, il fattore prezzo rimane cruciale nelle decisioni di acquisto dei veicoli: il 26% degli italiani non è disposto a corrispondere un “premium price” per usufruire della tecnologia a guida autonoma, mentre il 33% pagherebbe al massimo 400 euro.

Ancora, il 26% degli intervistati italiani dichiara di non essere disposto a spendere di più per mettersi al volante di un’auto capace di comunicare con altri veicoli e con le infrastrutture pubbliche per aumentare la sicurezza.

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«A livello globale, assistiamo ad un netto raffreddamento dell’entusiasmo dei consumatori per i veicoli a guida autonoma - spiega Giorgio Barbieri, Partner Deloitte e responsabile italiano per il settore Automotive - L’Italia si distingue però come uno dei Paesi più aperti e fiduciosi nei confronti di questa tecnologia, anche rispetto a mercati all’avanguardia come Cina e Giappone. Alla luce di questo spiccato interesse, le preoccupazioni legate a tematiche di sicurezza potrebbero essere ulteriormente mitigate sotto una duplice prospettiva: da un lato, con il potenziamento degli standard qualitativi, grazie ad investimenti mirati sull’innovazione tecnologica; dall’altro, mediante il consolidamento del quadro normativo, per il quale le istituzioni pubbliche sono chiamate ad assumere un ruolo di leadership. Dal nostro studio emerge che i consumatori italiani si muovono in controtendenza rispetto ai principali mercati occidentali, dimostrando una significativa apertura nei confronti delle innovazioni tecnologiche del settore automobilistico. Tuttavia, il fattore prezzo rimane un elemento di primaria importanza, che i produttori devono attentamente valutare nelle proprie strategie. Anche in Italia, infatti, si registra una disponibilità più limitata, rispetto ai mercati orientali, a pagare un prezzo più alto per una maggiore connettività a bordo: questo trend suggerisce che le aspettative dei consumatori siano cresciute a tal punto da rendere i benefit tecnologici un requisito necessario, ma non più sufficiente».

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