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In Italia la metà delle auto che compongono il parco circolante ha una cilindrata compresa tra 1.201 e 1.600 cc. E’ quanto rileva l’Osservatorio Autopromotec sulla base dei dati Aci aggiornati alla fine del 2018.
Le vetture di cilindrata media negli ultimi anni hanno lentamente ma costantemente scalato le classifiche di vendita. Nel 2013 la quota delle auto di media cilindrata era del 44,6% sul totale del parco circolante. Tra il 2013 e il 2018 il numero delle autovetture circolanti con motore di media cilindrata è balzato in avanti da 16.506.615 a 19.450.709 unità (+17,8%). In sei anni, quindi, vi è stata una crescita di 5,3 punti percentuali di quota sul totale del parco circolante.
Quello delle medie cilindrate è l’unico segmento in crescita. Tutti gli altri segmenti, infatti, hanno fatto registrare una contrazione. Secondo l’Osservatorio Autopromotec, la forte crescita delle medie cilindrate è dovuta a due fattori La prima è la ripresa, se pur ancora bassa, dei redditi delle famiglie che ha spinto una parte di queste ad orientare le preferenze di acquisto dalle vetture piccole ed utilitarie verso il segmento 1.201-1.600 cc. Il secondo fenomeno è il downsizing sulle vetture di medio-alta e grossa cilindrata. In questo caso, la tendenza in atto da parte degli italiani è quella di scegliere automobili con potenza e dimensioni ridotte allo scopo di risparmiare sui costi di gestione e manutenzione e anche di ridurre l’impatto ambientale.
Al contrario, la quota di auto con cilindrata fino a 1.200 cc è scesa dal 25,3% del 2013 al 23,4% del 2018, con una contrazione in termini di valori assoluti del 2,3%. Anche la presenza di auto nella fascia di cilindrata medio-alta (da 1.601 a 2.000 cc) si sta contraendo: durante il periodo considerato la quota è infatti calata dal 23,1% al 20,4%, con una diminuzione in termini di valori assoluti del 6,8%. È calata infine anche la quota delle auto di grossa cilindrata e cioè oltre 2.000 cc, quota che è passata dal 7% del 2013 al 6,3% del 2018 (-3,6% in valori assoluti).