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Si sente parlare spesso di nuove idee, spesso anche piuttosto bizzare, per migliorare la sicurezza nelle città più tormentate dal traffico. Ma questa volta gli inglesi hanno messo sul piatto una proposta davvero fuori dal comune.
PinkeZones: corsie rosa per le donna
Il Governo britannico infatti, se dovesse essere accettata la proposta dell'organizzazione indipendente Sheilas' Wheels, potrebbe istituire delle speciali sezioni nella viabilità urbana ed extraurbana destinate alle guidatrici donne, denominate PinkZones. Secondo questo concetto nei tratti di strada più pericolosi le corsie per uomini e donne dovrebbero essere separate e quelle riservate alle guidatrici verrebbero identificate con una speciale verniciatura rosa ad alta visibilità.
La proposta di Sheilas' Wheels - organizzazione che fa capo ad una società di assicurazioni - arriva dopo la diffusione sui dati della incidentalità sulle strade britanniche che dimostrano la maggiore vulnerabilità delle donne al volante. I dati del DfT (Dipartimento per i Trasporti) indicano che nel 2012 sono stati coinvolti negli incidenti 114.190 maschi e 70.470 donne, ma queste ultime hanno sofferto di gravi lesioni nel 53% dei casi, contro il 38% dei guidatori di sesso maschile.
Le statistiche del DfT evidenziano come nel 2013 sulle strade britanniche siano morte complessivamente 1.713 persone e di queste 100 in autostrada (proprio nei punti dove dovrebbero essere create le PinkZones) con un sensibile incremento percentuale - il primo in un decennio - rispetto alle 88 del 2012.
Ed indicano soprattutto che i guidatori maschi hanno quattro volte più probabilità rispetto alle donne di essere condannati per un reato automobilismo sulle strade britanniche. Come evidenziano alcune ricostruzioni grafiche diffuse da Sheilas' Wheels, le PinkZones potrebbero essere di tue tipi: corsie di marcia “in rosa” per le donne e tratti specifici (una sorta di bypass) per far superare in sicurezza, esclusivamente alle auto condotte dalle guidatrici, i tratti più pericolosi.
Simbolo di civiltà o discriminazione?
L’idea britannica, benché per il momento rimanga soltanto un’ipotesi, è senza dubbio destinata ad aprire un vespaio di polemiche. L’idea di riservare delle corsie al gentil sesso deve essere considerata come un simbolo di civiltà e progresso, che tutela quelli che le statistiche hanno individuato come gli utenti più deboli della strada?
O invece è sintomo di un’ennesima discriminazione, di che considera ancora oggi le donne, in maniera del tutto generica ed arbitraria, in qualche modo meno predisposte alla guida? Il dibattito si è aperto.