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Importante sentenza della Suprema Corte di Cassazione: la numero 24217 depositata il 5 giugno 2015 scagiona il conducente che dovesse investire in autostrada un pedone non avvistabile a distanza. Che, cioè, sia sceso dall’abitacolo della vettura in avaria senza indossare l'apposito giubbotto catarifrangente e si trovi sulla corsia di sorpasso.
Una sentenza che ribalta il verdetto della Corte d’Appello di Salerno che si era espressa a favore della colpevolezza per un automobilista protagonista di un incidente come quello sopra descritto. A questi erano stati contestati il non aver mantenuto una velocità adeguata (art. 141 C.d.S.) e il non aver acceso le luci di profondità in una situazione di scarsissima visibilità.
La cassazione non ha invece riscontrato comportamenti di colpa dell’investitore, ritenendo invece del tutto imprevedibile la presenza di un pedone, senza indumenti catarifrangenti, nel mezzo della carreggiata autostradale. Nel caso oggetto della pronuncia in esame la vittima era stato protagonista di uno schianto contro un guard rail a seguito di un sorpasso azzardato e dopo l'incidente se ne stava tranquillamente in mezzo alla carreggiata.
Quanto all'investitore, va puntualizzato che non stava viaggiando a velocità elevata (90km/h), né aveva effettuato particolari manovre, che avessero favorito la collisione con il pedone. Fondamentale l’accertamento da parte dei tecnici che hanno stabilito come l'auto avrebbe dovuto viaggiare a una velocità di 40 km/h perché fosse possibile evitare l'impatto, comportamento in violazione del CdS rispetto alla velocità minima in autostrada. Di conseguenza non è configurabile una condotta diversa da quella tenuta dall'investitore, cui non può rimproverarsi nulla, con riguardo alla produzione del tragico evento.