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Magari in questi giorni di forzata reclusione domestica, qualcuno avrà (ri)scoperto suoni dimenticati, come il canto degli uccelli o lo stormire delle fronde degli alberi; e magari qualcun altro sentirà la mancanza del traffico, con la colonna sonora che ad esso si accompagna, fatta di clacson, motori accesi e sottofondo costante di radio e musica.
In verità, quello dell’inquinamento acustico non è dettaglio da sottovalutare, specie nelle grandi città: sono davvero molte, anzi, le persone troppo esposte al rumore causato dal traffico stradale, ferroviario e aereo.
Una recente indagine, sintetizzata nel rapporto 2020 dell’European Environment Agency, ha avuto come focus proprio l’inquinamento sonoro, spesso (ed erroneamente) considerato meno pericoloso di quello ambientale causato dalle emissioni.
In Europa, l’inquinamento acustico ha effetti diretti sulla salute di uomini ed animali: il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente segnala come la popolazione europea, costituita da circa 741 milioni di persone, risulti esposto per il 20% del suo totale ad livelli di emissioni sonore superiori ai 55 decibel in maniera stabile e continuativa, vivendo in zone limitrofe ad autostrade, aeroporti e linee ferroviarie.
Ma spunta un dato a sorpresa: dall’ultima rilevazione compiuta pochi anni fa, a crescere non è il rumore ambientale, da fatto rimasto inalterato, quanto il numero di persone che ora vivono in ambienti dove l’inquinamento acustico rischia di diventare pericoloso per la salute.
La crescita urbana esponenziale in corso, con la tendenza a concentrarsi in aree densamente abitate, porta a convivere con il rumore di treni ed aerei, oltre che con quello dovuto all’attività industriale.
Va ricordato che secondo quanto dispone la END (Environmental Noise Directive) 2002/49/CE, il Programma di Azione Ambientale dell’Unione ha fissato in 55 dB il livello sonoro limite per i rumori diurni, serali e notturni che possono considerarsi fastidiosi, mentre la soglia notturna da non superare è invece di 50 decibel, per non incorrere in disturbi del sonno.