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In una veste pressocché definitiva la nuova Ineos Grenadier si è fatta “mettere le mani addosso” su un percorso off-road di un notevole impegno e molto infangato, terreno assolutamente acconcio per la off-road made in Hambach. Per la delibera finale mancava tutta l’elettronica di controllo di marcia (esp, traction control, esp) ma anche qualche dettaglio come la leva di inserimento delle ridotte, comunque utilizzabili. Quindi è tutto nelle mie mani, e il percorso non sembra per niente invitante. Ce la faro ad uscirne?
Sono in una enorme cava piena di fango bagnato super scivoloso, condizioni veramente difficilissime, salite e discese, twist eppure la Grenadier si comporta molto bene, con un grazie infinte alle gomme tassellate BF Goodrich All-Terrain. Cauto come un gatto, con il differenziale centrale bloccato e le ridotte pian pianino guadagno grip, a volte sembra cedere ma invece avanza inesorabile e inarrestabile. C'è questo sterzo totalmente non diretto, infintamente demoltiplicato, devi fare un milione di giri prima di trasformare movimento della corona in un accenno di movimento delle ruote davanti, però, una volta presa confidenza e le misure, ti muovi eccome, mi ha sorpreso perché - ripeto - non ci sono ancora i controlli elettronici, e qui i fuoristradisti puri diranno “meno male…”. Nel video vi racconto anche di più.
La macchina è suggestiva, cavoli se è suggestiva, anche tecnicamente. Oramai sappiamo bene com’è fatta sotto, telaio con le travi che sembrano quelle di una corazzata, ponti rigidi fatti dall’italiana Carraro con quattro bracci ciascuno, sospensioni Magna, motore BMW diesel e benzina con il loro bravo cambio ZF 8 marce e il riduttore.
Poca elettronica, come dicevo, e non solo perché si tratta di una pre-serie, ma anche perché la Grenadier vuole essere molto “analogica”, e lo fa vedere anche con l’impostazione data al cockpit, bello alto al centro e con i comandi separati per le varie funzioni e completato da un alto pannello sul soffitto in stile aeronautico. Tutto molto militaresco, nell’insieme, dagli standard di fissaggio al look generale, decisamente avventuroso e altamente personalizzabile con gli accessori da appendere di fianco e sopra sulle “rails” che sopportano 200 kg di peso. Visto che la Defender, da cui è partita l’idea di Sir Jim Ratcliffe, è fuori produzione, chissà che non metta anche le stellette…