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Come lanciare un evento a 10 mila km di distanza sapendo di avere l'attenzione di tutti. A Milano Mark Miles, presidente della Hulman, la società che gestisce la classica 500 Miglia di Indianapolis con al suo fianco l'ingegner Giampaolo Dallara, hanno presentato la 101 edizione della gara dell'Indiana e naturalmente l'argomento del giorno era il debutto a Indianapolis di Fernando Alonso con una Dallara Honda coi colori McLaren.
Secondo l'ingegner Dallara Alonso ha lavorato bene: "Intanto diciamo che mi ha stupito l'approccio di Alonso - ha detto l'ingegner Dallara - è venuto da noi a Varano, c'è rimasto quasi una settimana, ha messo a punto il simulatore, ha sistemato delle cose e si è impegnato. In mezz'ora aveva già settato tutto e ha cominciato a girare per capire cosa doveva affrontare in pista. Solo il primo giorno ha percorso più di 200 giri, che è la distanza della corsa".
"A Indy dovrà imparare tante cose, la prima che le gomme posteriori hanno un diametro diverso, una grossa e una più piccola, per svoltare nelle curve a sinistra e in rettilineo dovrà tenere il volante storto per compensare il disallineamento. E poi dovrà imparare a stare nella scia degli altri piloti. Ma ho visto che è coscienzioso, attento, preparato e molto motivato. Poi a vincere intervengono tanti fattori, dalla fortuna, alla strategia. Di sicuro a Indianapolis non conta la partenza quanto gli ultimi 20 giri di gara".
Mark Miles ha ricordato come la crescita di popolarità della Indy negli USA non è seconda a nessuno: "Abbiamo avuto un incremento del 55 per cento, superiore alla F.1 che si assesta sull'1 per cento in più e al contrario della Nascar che è calato del 30 per cento. L'operazione Alonso? E' nata un paio di mesi fa. Zak Brown mi aveva parlato del desiderio di Alonso di vincere le tre grandi classiche dell'automobilismo, F1 Indianapolis e Le Mans".
L'ho incontrato la settimana scorsa in Alabama, mi ha fatto una bella impressione, lui dice di essere riconosciuto per strada come mai gli era accaduto prima come pilota di F1. Credo sia bello e positivo per lui e per la nostra serie
"Poi la cosa è diventata più seria e quando, dopo Shanghai, mi disse che si poteva fare, ho cercato una macchina. Era tutto pieno e abbiamo raggiunto un accordo con Andretti, il quale ha lasciato a piedi per quest'anno Stefan Wilson e abbiamo trovato una macchina per Alonso. L'ho incontrato la settimana scorsa in Alabama, mi ha fatto una bella impressione, lui dice di essere riconosciuto per strada come mai gli era accaduto prima come pilota di F1. Credo sia bello e positivo per lui e per la nostra serie".
Sbarcare in Europa, magari a Monza in futuro? "Per ora abbiamo un calendario pieno, le date possibili coincidono con l'inverno in Europa, dovremmo cercare un posto caldo, ma mai escludere nulla". Non solo Indy per la Dallara ma un panorama completo di monoposto e vetture sport, compresa la Haas F.1, ma limitandoci all'asse Varano-Maranello, c'è lo zampino Dallara nella risurrezione Ferrari? Risponde l'ingegner Giampaolo: "Ma no, ma no. Sono stati incredibili perché hanno fatto in un anno un passo in avanti tale che non avrei sognato, hanno recuperato lo svantaggio e anzi sono davanti loro. Davvero eccezionale, la cosa fa solo piacere e fa bene al mondo dello sport".
Vincerà Alonso a Indianapolis? "Me lo auguro, potrebbe farcela, sarebbe bellissimo per lui. Ma sono tanti i fattori in gioco che diventa difficile fare un pronostico, a Indy può accadere di tutto". Non solo Varano, ma anche Indianapolis. La realtà industriale della Dallara Automobili ormai ha una testa pensante anche negli Stati Uniti, in una nuova e modernissima sede che si affaccia proprio sul famoso ovale: "Abbiamo lo stesso simulatore che abbiamo a Varano, a volte facciamo anche prove in contemporanea per verificare certe idee o sviluppare progetti. La sede di Varano è quella che produce di più ed è centrale nei nostri progetti, ma avere due teste oggi aiuta. Diciamo che è la nostra antenna tecnologica negli USA, là dove portiamo avanti progetti e idee nuove, ma il cuore è e resta Varano, su questo non c'è dubbio".
Infine il parere di un pilota Oriol Servia, che ha partecipato alle ultime 9 edizioni della gara: "Avere Alonso in pista sarà un onore per tutti, potrebbe anche vincere e se lo facesse tutti potrebbero pensare che il livello dei piloti USA è scarso, invece posso dire che l'unica corsa dove potrà fare bene è proprio Indy, nelle altre non gli basterebbero 3 giorni di prove e gara per capire tutto mentre a Indianapolis la fortuna, la strategia e tutto il resto può dare una mano. Il mio consiglio a Fernando? Gli ho detto di starmi dietro tutta la gara e vedere cosa faccio..."