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Il Ponte Morandi, c’entra, eccome: senza il conteggio delle 43 vittime della tragedia dell’agosto 2018, Genova sarebbe stata virtuosa; invece la brutale contabilità statistica l'ha fatta balzare in vetta alla triste classifica delle morti su strada in conseguenza di incidenti.
Ma ci sono anche altre province in cui il numero dei decessi è salito in maniera preoccupante.
Le statistiche provinciali elaborate da ACI e Istat riferiscono che nel 2018 sulle strade italiane si sono registrati 172.553 incidenti con lesioni a persone, che hanno causato 3.334 decessi e 242.919 feriti; la media quotidiana arriva a 472 incidenti, con 9 morti e 665 feriti ogni 24 ore.
In conseguenza di tali dati, Genova conquista la “maglia nera” (+37 vittime), seguita da Bari (+ 24 morti), Brescia (+22), Messina (+19), Chieti (+15) e Vercelli (+13); dati positivi, invece, per Modena e Foggia, dove si sono registrati 18 morti in meno, seguite da Cuneo e Trapani (-16), Asti, Caserta e Taranto (-15).
L’obiettivo della Comunità Europea di dimezzare entro il 2020 il numero dei decessi per incidenti stradali rispetto al 2010, nel nostro Paese appare una chimera: siamo infatti solo al 19% e sono pochissime le province virtuose in tal senso.
La migliore è Agrigento, che ad oggi registra un importante calo del 78%; altre province capaci di raggiungere la soglia europea sono Barletta-Andria-Trani (-66%), L’Aquila e Campobasso (-52%), Taranto (-51%) e Terni (-50%).
Un dato importante è l’indice di mortalità: Sud Sardegna (6,5 morti per 100 incidenti), Vibo Valentia (6,2), Vercelli (6), Benevento (5,3) e Catanzaro (5,1) sono le province dove tale valore risulta più elevato della media nazionale, pari a 1,9 morti ogni 100 incidenti; altre dodici province (Aosta, Sondrio, Rieti, Frosinone, Chieti, Caserta, Foggia, Potenza, Matera, Cosenza, Crotone, Enna) riportano l’indice oltre il valore di 4 morti ogni 100 incidenti, più che doppio rispetto alla media nazionale.
Milano, Monza, Rimini e Ascoli-Piceno, invece, sono le province in cui gli incidenti sono meno gravi: qui, infatti, l’indice di mortalità è inferiore ad 1 morto ogni 100 incidenti.