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Nel 2017 1,2 milioni di persone nel mondo sono rimaste vittime di incidenti stradali, mentre 54 milioni di persone hanno accusato ferite, anche gravi: a rivelarlo è uno studio dell'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), istituto di ricerca dell'Università di Washington a Seattle. La ricerca, pubblicata dalla rivista BMJ Injury Prevention, evidenzia che dal 1990 al 2017 il rischio di essere coinvolti in un incidente stradale è aumentato di oltre il 15% per tutte le fasce di età.
Sebbene la frequenza degli incidenti sia cresciuta, il rischio di perire in uno schianto si è ridotto negli ultimi 30 anni praticamente in tutto il mondo. Tra i fattori che secondo l'Institute for Health Metrics and Evaluation hanno diminuito la probabilità di morire troviamo «la maggior sicurezza dei veicoli e delle strade, nonché la corretta applicazione delle leggi sulla velocità, le cintura e l'alcool», spiega Spencer James, tra gli autori di questo studio.
A livello di fasce di età, le persone con la maggiore probabilità di restare ferite in caso di incidente sono gli uomini tra i 25 e i 29 anni: i tassi di schianti per questo gruppo sono risultati doppi rispetto a quelli che vedevano coinvolte donne della stessa età. Il triste primato di nazione con il maggior numero di morti per incidenti stradali nel 2017 spetta alla Cina, con 261.000 decessi: non stupisce, vista la nutrita popolazione del paese asiatico. Il paese in cui si ha la maggior probabilità di perire in uno schianto è invece Haiti, con il 15,6%; Irlanda, Svizzera e Singapore sono invece gli Stati in cui la frequenza di incidenti mortali è più bassa.