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Mentre dal versante clinico arrivano notizie che inducono ad un cauto (molto cauto) ottimismo sull’evoluzione dello stato di salute del campione paralimpico, inizia a definirsi la prossima battaglia legata all’ncidente dello scorso giugno, che avrà come teatro le aule di un tribunale.
Sono state infatti depositate le conclusioni della perizia effettuata dall'ingegnere Mattia Strangi dell'Università di Bologna, consulente tecnico del camionista coinvolto nel sinistro, al momento è indagato per lesioni gravissime.
Secondo il consulente, al momento dell’impatto Zanardi procedeva con la sua handbike ad una velocità di 50 km orari, mentre l'autotreno marciava a 38 km orari.
Le due velocità, entrambe nei limiti di legge consentiti sul tratto di strada tra Pienza e San Quirico d’Orcia in provincia di Siena luogo del sinistro, sarebbero confermate anche dalla consulenza svolta per conto della Procura di Siena dall'ingegner Dario Vangi, docente dell'Ateneo di Firenze.
«Da quanto emerge - rileva Strangi - si andrebbe verso un'assenza di colpe nell'incidente: dalle perizie emergerebbe come Zanardi abbia perso il controllo in curva dell’handbike e per questo si sia ribaltato per un sovrasterzo per poi impattare sulla ruota anteriore sinistra del camion».
Le stesse perizie inoltre avrebbero rilevato il buono stato del manto stradale ed il corretto funzionamento del veicolo condotto da Zanardi.
In definitiva, le analisi condotte da Procura e difesa dell'imputato sembrano coincidere, delineando una sostanziale innocenza per il guidatore del camion: ben diverse sono invece le conclusioni della perizia svolta dall'ingegner Giorgio Cavallin, consulente della famiglia di Zanardi, che prefigura una determinante invasione della corsia da parte del camion, che le altre due consulenze tecniche non hanno rilevato.
Ora spetterà alla procura di Siena decidere se ordinare nuove indagini sulla base delle tre consulenze depositate, o definire il procedimento, con possibile richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio per l'indagato.