Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La National Highway Safety Administration (Nhtsa), l'ente statunitense per la sicurezza stradale, ha chiuso le indagini riguardo all'incidente mortale che ha visto coinvolta una Tesla dotata di sistema Autopilot, avvenuto lo scorso maggio ad Orlando. La Nhtsa non ha riscontrato alcun difetto nella tecnologia sviluppata dall'azienda di Elon Musk, e non ha quindi disposto alcun richiamo.
Alla luce di quanto occorso ad Orlando, Tesla aveva adottato un aggiornamento del sistema Autopilot, diventato, stando a quanto dichiarato dall'azienda americana, tre volte più sicuro della versione precedente grazie al potenziamento del radar.
Lo stesso Elon Musk si era detto sicuro del fatto che questo accorgimento avrebbe potuto salvare la vita della vittima dell'incidente, Joshua Brown, scontratosi con una motrice di colore bianco - più difficile da rilevare per i sensori - mentre procedeva ad una velocità sostenuta.
Nel rapporto completo sull'inchiesta, si specifica come al momento dell'incidente l'Autopilot fosse effettivamente inserito. Il sistema, si legge, «non ha fornito avvisi né attivato la frenata automatica». Anche il conducente non ha reagito per evitare la collisione con sterzo o freni, sebbene avesse a disposizione sette secondi per farlo.
La Nhtsa, però, «non ha identificato difetti nella progettazione o nel funzionamento della frenata automatica di emergenza. L'Autopilot è «un sistema di assistenza alla guida che richiede la piena attenzione del conducente». Questi, si legge, «deve intervenire per evitare gli incidenti, contrariamente a quanto accaduto ad Orlando».
La chiusura dell'indagine, però, «non significa che non esistano difetti legati alla sicurezza. L'agenzia continuerà a monitorare il caso e si riserva il diritto di intervenire».