Incidente Erasmus Tarragona: il giudice archivia l'inchiesta

Incidente Erasmus Tarragona: il giudice archivia l'inchiesta
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Rischia di restare senza colpevoli il grave incidente dello scorso marzo, nel quale morirono tredici studenti Erasmus di ritorno a Barcellona
10 novembre 2016

Tredici morti, forse nessun colpevole: rischia di chiudersi così, senza giustizia per i morti, la vicenda dell’incidente del 20 marzo in Spagna, quando un bus che riportava a Barcellona da Valencia alcuni studenti Erasmus uscì di strada, causando appunto tredici vittime.

Molte di esse, lo ricordiamo, erano italiane: le toscane Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, e Valentina Gallo; e poi la genovese Francesca Bonello, la veneta Elisa Valent, Elisa Scarascia Mugnozza di Roma e la torinese Serena Saracino. Tutte giovanissime, come le altre colleghe che per sventura presero quel bus.

Ebbene, con una decisione a sorpresa e che ha già creato malumori, il giudice istruttore del tribunale di Amposta vicino a Tarragona, dopo aver escluso problemi meccanici al mezzo, ha deciso di archiviare il caso.

Quindi, cadono le accuse a carico del conducente, che pure aveva dichiarato, nei momenti successivi all’uscita di strada del veicolo, di aver avuto un colpo di sonno dovuto alla stanchezza.

La scelta del giudice non va bene ai familiari delle vittime, riaprendo nuove ferite in chi ha perso all’improvviso un giovane congiunto: «Siamo stupefatti e di nuovo sotto choc - ha detto Alessandro Saracino, padre di Serena - Ci riserviamo di procedere legalmente in tutte le sedi competenti e chiederemo all'Unione Europea di prendere posizione sulla vicenda», mentre Gabriele Maestrini che nell'incidente ha perso la figlia Elena, ha dichiarato: «E’ una vergogna, una decisione inspiegabile. Eppure c'erano le testimonianze di chi era su quel pullman e si è salvato, lo stesso guidatore a caldo ammise di essersi addormentato e c'erano le registrazioni della velocità non costante tenuta dal mezzo: cos’altro serve ad un giudice? La questione della sicurezza per i ragazzi che studiano all'estero è un problema europeo di cui ciascun Paese si deve far carico. Ma c'è dietro un grosso business, forse troppo difficile da scalfire».

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa spagnola Efe, il giudice ha escluso che l'incidente sia stato dovuto a problemi meccanici o alla guida imprudente dell'autista e ha rinviato le parti al procedimento civile.

Dopo il sinistro, la Polizia regionale catalana, aveva denunciato l'autista per tredici "omicidi per imprudenza" ritenendo un colpo di sonno come la causa più probabile dell’incidente. In particolare, la scatola nera del bus aveva registrato diversi cambi di velocità prima dello schianto contro il guard rail. Invece il giudice di Amposta ha ritenuto che il pilota abbia rispettato il limite di velocità di 100 km/h, goduto dei tempi di riposo regolamentari, ed non sia stato distratto alla guida dall’uso del cellulare.

Alla decisione di archiviazione del procedimento, comunque, può essere presentato ricorso: ad esso di appelleranno di certo i familiari delle vittime.

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