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Riparte l’inchiesta per chiarire le cause che portarono all’incidente in cui morirono tredici studentesse Erasmus, sette delle quali italiane: dopo che, lo scorso novembre, era arrivata la richiesta di archiviazione del caso da parte del giudice del tribunale di Amposta.
É stato infatti accolto il ricorso delle famiglie contro la decisione di archiviazione dell'inchiesta, da parte del giudice del tribunale del comune catalano: una scelta che aveva scatenato moltissime polemiche, a partire dalla tempistica in cui si era determinata, a soli due giorni dal previsto (ed attesissimo) interrogatorio del conducente del pullman, indagato per omicidio colposo.
Lui stesso aveva dichiarato ai primi soccorritori di essere stato vittima di un attacco di sonno mentre era al volante del veicolo, ma tale ammissione andava ovviamente convalidata in una sede ufficiale. La decisione d’archiviazione del giudice (ora sostituito nel ruolo per motivi di salute) aveva bloccato il tutto, prima della gradita novità delle ultime ore.
«Siamo soddisfatti - commenta così la decisione del tribunale Paolo Bonello, che nell’incidente ha perso la figlia Francesca, studentessa genovese ventitreenne di Medicina -: non vogliamo vendetta ma solo giustizia, perché quanto accaduto alle nostre figlie non accada mai più. L’archiviazione, avvenuta solo quarantotto ore prima dell'interrogatorio dell’autista - ricorda Bonello, che con le altre famiglie italiane ha fondato un'associazione - era assurda: ora il nuovo giudice come primo atto ascolterà proprio il conducente del bus».