Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Il Decreto che sancisce gli importi e le date di avvio per i nuovi incentivi di acquisto alle auto (ma anche moto e veicoli commerciali) è pronto per la firma del Presidente del Consiglio e dovrebbe essere attivo entro un mese, quindi alla fine di aprile 2024. Il nuovo stanziamento cumula le cifre non spese nel 2023 (ma lima un po' il fondo preventivamente annunciato per il 2024) con un totale di 950 milioni di euro che verranno ripartiti come sempre fra tre fasce di emissioni: da 0 a 20 g/km di CO2 (in pratica solo le elettriche e qualche rarissima plug-in), da 21 a 60 g/km (tutte ibride plug-in) e da 60 a 135 g/km (mild-hybrid e termiche in genere). Non è ancora nota la quota che verrà assegnata a ciascuna fascia, né se rimanga in vigore il "price cap" attribuito (35.000 euro più iva per le elettriche, 45.000 euro più iva per le plug-in) di cui era stata chiesto l'aumento o la rimozione perché non più rispondente agli aumenti dei prezzi di listino. Come annunciato a dicembre, gli importi sono molto più alti rispetto agli incentivi 2023, ecco qui il dettaglio:
Il vantaggio più alto, davvero importante, è per le elettriche e raggiunge i 13.750 euro di incentivo per chi ha un ISEE inferiore ai 30.000 euro e rottama un'auto fino a Euro 2, ma anche per i redditi superiori lo sconto è sostanzioso, fino a 11.000 euro; l'ammontare del fondo è di 240 milioni di euro per le elettriche, 150 per le plug-in e 403 milioni per le termiche.
Dovendo dare un consiglio, meglio aspettare un mese ancora e attendere che sia attiva la piattaforma del Ministero per accogliere le domande, visto che nel frattempo restano in vigore gli incentivi 2023, che per altro sono esauriti per la fascia 2 e la fascia 3 e quelli per le elettriche di fascia 1 sono di importo inferiore a quanto verrà introdotto a fine aprile.
L'approvazione di questi nuovi aiuti è stata chiesta a gran voce da tutti gli operatori del settore del commercio di auto, che hanno visto gli acquisti praticamente paralizzati da gennaio ad oggi in attesa del provvedimento, che - sempre che la data di fine aprile fosse confermata - ha impiegato quattro mesi per entrare in vigore. A questo ritardo non è estranea la trattativa in corso fra Stellantis e il Governo per la crisi delle fabbriche in Italia, un tavolo di confronto che ripartirà la settimana prossima con la questione degli investimenti a Melfi, Mirafiori e Atessa.