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Il percorso degli incentivi auto è stato difficile negli ultimi mesi, con il mercato che ancora attende il via ufficiale, mentre a monte l’industria rallenta le consegne anche per la crisi di fornitura globale.
Quello che non ha visto intoppi seri sul suo percorso, come magari speravano certi utenti finali, è il profilo di tassazione per auto che “inquinano troppo”. L’ecotassa, o malus emissioni, in teoria scadeva a fine 2021 ma il “sano dibattito parlamentare” italiano, dopo alcune settimane di confronto su idee diverse da partiti diversi, è pronto a rinnovarlo, corretto nella forma e nella sostanza, pare.
Varie le ipotesi sentite negli ultimi tempi, come spostare il livello delle emissioni riferimento, abbassandolo fino a 160 g/km di CO2. Attualmente la commissione Trasporti della Camera ha inserito nel decreto Energia le nuove tasse 2022 per auto, in termini di malus emissioni, ma tutto potrebbe ancora essere rivisto.
Gli importi, nella versione precedente, andavano da 1.000 a 2.500 euro e se davvero passa il valore soglia corretto al ribasso, prenderebbero il malus anche auto che non sono propriamente definibili esagerate, di vero lusso, o vera sporività: moltissime berline e Crossover benzina, prestanti.
Però, evidentemente, i politici vedono lungo non solo per giusta causa di finanziare le colonnine BEV, sanno che di questi tempi, in Italia, ci si deve preparare a ridimensionare l'automobile. E un pochino aiutare il diesel, visto che nel caso di una gamma come Alfa Romeo Giulia o Stelvio, tutte le versioni a benzina prenderebbero l'eco-malus, mentre i diesel si salverebbero nel 90% dei casi.
Il caso più estremo, per un italiano medio? La popolare e non certo lussuosa, almeno fino al 2021, FIAT 500L: modello meccanicamente superato ma validissimo per famiglie, che nella attuale versione Euro6 in vendita, del 1.4 benzina (16v 95CV) emette 167g/Km.