Incentivi 2014, un insuccesso: esauriti in 24 ore per i privati. E le aziende non li utilizzano

Incentivi 2014, un insuccesso: esauriti in 24 ore per i privati. E le aziende non li utilizzano
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A 24 ore dal varo degli incentivi si concretizza l'ennesimo fallimento. Quelli per i privati sono già esauriti, mentre le aziende, per via di vincoli troppo stringenti, non riescono ad utilizzarli. Non era meglio utilizzare queste risorse in altro modo?
8 maggio 2014

Avevamo avanzato più di una perplessità sui nuovi eco-incentivi 2014. Poco efficaci, incoerenti e concepiti in una maniera davvero troppo cervellotica, soprattutto per le aziende. Solo in un numero incredibilmente ristretto di casi infatti le realtà industriali avrebbero potuto di fatto attingere agli incentivi.

Incentivi: le aziende non riescono ad utilizzarli (come l'anno scorso)

A pochi giorni dall'inizio della manovra di incentivazione arrivano le conferme ai nostri timori. Gli incentivi per i privati, ovvero le briciole, sono già esauriti, mentre quelli per le aziende, che poi erano la maggior parte della cifra messa a disposizione, giacciono inutilizzati, proprio come lo scorso anno. 

 

A circa 24 ore lavorative dal loro varo, è rimasto un residuo di 149 euro per quanto riguarda i fondi destinati ai privati. Tradotto: sono finiti. I 31 milioni a disposizione delle aziende, invece, sono quasi tutti lì. Questo perché la chiave d'accesso all'incentivo, per le partite IVA, è rottamare una vettura con più di dieci anni; ma le aziende italiane, tranne in qualche raro caso, ammortizzano e sostituiscono questi beni molto prima.

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Le aziende non riescono ad attingere agli incentivi perché sono stati imposti vincoli troppo stringenti

 

La conferma arriva dal Presidente di Federauto, Fillippo Pavan Bernacchi, che dopo aver preso una posizione durissima contro questa manovra di incentivazione, definita "Il procellum dell'auto", ha dichiarato: «Purtroppo si è riproposta questa misura nonostante l'esperienza del 2013 fosse stata fallimentare sotto tutti i punti di vista. Non abbiamo allargato il mercato, non abbiamo orientato gli acquisti verso vetture ecologiche e non abbiamo ricavato nessun insegnamento o dato statistico».

Federauto: «Più danni che benefici»

«Questi incentivi, è bene ricordarlo per l’ennesima volta, Federauto li ha contrastati con tutte le sue forze dal lontano 2012. Ma nessuno ha mai riflettuto sul fatto che i concessionari, i primi beneficiari del provvedimento dopo i clienti, si fossero espressi negativamente. Volessero, incredibile a dirsi, rinunciare a dei soldi pubblici! Ma questa operazione ha recato più danni che benefici. Da un lato ha ingenerato nel consumatore aspettative esagerate, in virtù delle scarse risorse a disposizione, dall'altro non ha modificato le proporzioni delle richieste di vetture a basso impatto ambientale. O in misura irrisoria. L'unico effetto è di aver buttato soldi pubblici - almeno quelli dei privati, perché quelli delle aziende sono ancora lì - in un momento storico dove si dovrebbe avere il massimo rispetto di ogni singolo euro che lo Stato spende. Anche perché sono le tasse che noi tutti paghiamo.»

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Gli incentivi per i privati si sono esauriti in 24 ore

 

Conclude Pavan Bernacchi:« Sarebbe stato meglio dare questi 120 milioni di euro (la somma dei fondi triennali) agli esodati, ai terremotati o ad altri soggetti che ne avrebbero tratto un beneficio reale. Il mondo dell'automotive in Italia occupa 1.200.000 persone, fattura l'11,4% del PIL e sta perdendo il 35% del fatturato rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Noi abbiamo bisogno di un piano organico a tutto tondo. Lo Stato introiterebbe più denaro, svecchieremmo il circolante con benefici per la sicurezza e l'ambiente e sosterremmo il mondo del lavoro. Un piano serio, non provvedimenti sbagliati. Piuttosto delle briciole? Meglio niente».

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