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Il 24 febbraio 2022, la Russia ha avviato un'offensiva militare contro l'Ucraina, scatenando una serie di sanzioni economiche internazionali. Tra le conseguenze di queste sanzioni, molte aziende automobilistiche occidentali hanno dovuto chiudere le loro fabbriche in Russia, abbandonando impianti e attrezzature di produzione.
Tuttavia, la situazione ha preso una piega inattesa. Nell'ex stabilimento di Stellantis, situato a sud di Mosca, la produzione della Citroën C5 Aircross è stata riavviata sulle stesse linee di montaggio dove era stato precedentemente assemblato. Tuttavia, questa ripresa della produzione avviene al di fuori di qualsiasi legge, in violazione della proprietà intellettuale e delle normative internazionali.
In effetti, la produzione avviene utilizzando pezzi contraffatti provenienti dalla Cina, consentendo alla Russia di eludere le sanzioni internazionali e di riprendere la produzione locale di prodotti soggetti all'embargo internazionale.
Citroën si trova così in una situazione di impotenza, incapace di far rispettare i suoi diritti in un paese che non riconosce la legislazione internazionale sulla proprietà intellettuale. Nonostante le dichiarazioni di Stellantis contrarie a questa iniziativa, nella pratica non vi è alcun divieto efficace che possa impedire la produzione e l'importazione dei veicoli C5 Aircross contraffatti in Russia.
Questo non è il primo caso di violazione della proprietà intellettuale nell'industria automobilistica. Nel 2012, a seguito di un embargo nei confronti dell'Iran, Peugeot è stata costretta a interrompere la produzione locale delle sue vetture, come la 206 e la 405. Tuttavia, in breve tempo, la produzione è stata ripresa grazie all'intervento dei produttori cinesi, senza che Peugeot potesse ottenere alcun risarcimento o ricorso legale.