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D’estate in Autostrada manca un servizio fondamentale: lo psicologo. Sta tutta in una battuta ascoltata qualche anno fa dentro un Autogrill la fiducia che gli italiani ripongono nella rete autostradale del Belpaese. Una ragnatela che, ormai, come abbiamo avuto modo di vedere anche con gli altri approfondimenti di queste settimane, è inadeguata sotto molti punti di vista per fronteggiare il nuovo traffico, soprattutto in quei periodi di grandi trasferimenti.
Da giugno è un susseguirsi continuo di polemiche, lamentele e pubbliche denunce su cantieri, code, disagi che quotidianamente si verificano in alcuni tratti, nessuna arteria esclusa, della rete autostradale italiana. Tanto che ai rischi, ai pericoli e ai costi, per chi sceglie l’Autostrada, adesso, bisogna tenere conto anche degli inevitabili nervosismi. Armarsi di santa pazienza, a quanto pare, non basta. Ma quali sono le cause di inca**atura in Autostrada? Abbiamo provato a stilare una classifica delle prime tre. Ma possiamo andare avanti: fateci arrivare i vostri spunti o raccontateci le vostre esperienze
Per l’italiano medio il dramma dei drammi è la sbarra che non si alza. E chi vede malizia in una affermazione così, evidentemente, non si è mai trovato fermo al Casello con il biglietto che non esce, il citofono per parlare con un operatore che non funziona e un operatore che, quando risponde, sembra che gli stai chiedendo la luna.
Per non parlare, poi, di quando il Telepass non emette il liberatorio suono, lasciandoti in preda a un’ansia che nemmeno nel giorno della maturità. Avere un qualche problema al Casello singifica piombare in un vortice che comincia con il senso di vergogna e di impotenza mentre tutti dietro suonano come se stessi perdendo tempo solo per la voglia di fare un dispetto agli altri e culmina con la ricerca di un così detto PuntoBlu, gli uffici a cui bisogna rivolgersi per sanare eventuali anomalie, mancati pagamenti o errori nei pedaggi. Solo che gli orari sono quasi sempre improponibili e spesso si finisce a fare chilometri e chilometri dopo essersi pure presi un giorno di ferie solo per saldare pochi spiccioli di pedaggio mancato o per ottenere un rimborso.
Anche perché ormai al casello il personale impiegato è sempre di meno e quasi sempre l’interlocutore è un malfunzionante macchinario che, ovviamente, non è in grado di fornire sempre le risposte che si cercano. D’altro canto, però, bisogna anche dire che se tutti si dotassero di un Telepass si risolverebbero un sacco di grane. O, almeno, è quello che conviene sperare.
E’ l’altro grande trauma dell’italiano medio in autostrada. A piedi, magari, ci sono rimasti in pochi, ma la strizza che potesse accadere, almeno una volta nella nostra vita di automobilisti, ce la siamo presa tutti. Il meccanismo è sempre lo stesso: la spia del carburante inizia a indicare che è ora di fare rifornimento, ma la stazione successiva è ad una trentina di chilometri.
Esattamente quelli in cui è successo qualcosa, tra incidenti o soliti cantieri, ed in cui bisogna procedere a passo d’uomo, sempre in prima, con la spia della benzina che comincia a diventare di un rosso sempre più acceso o insistente. Non vogliamo immaginare cosa potrà accadere quando, come sembra debba andare, tutte le auto saranno elettriche. Perché al limite due litri di benzina, nelle situazioni più estreme, qualcuno te li può anche portare, ma un generatore di corrente lo vediamo molto più impegnativo… e proibitivo. Tra l’altro, far arrivare un carro attrezzi in Autostrada oggi come oggi costa quasi quanto abbandonare lì la macchina e andare a comprarsene una nuova.
Puoi andare anche a 200 km/h, ben oltre i limiti del consentito, ma tanto ci sarà sempre qualcuno che ti sorpasserà a destra. Facendoti prendere uno spavento e, purtroppo, facendoti anche rendere conto che ai tanti rischi e pericoli che già ci sono c’è sempre chi è pronto ad aggiungerne degli altri. E’ vero che molti procedono regolarmente in seconda corsia, ignorando totalmente la prima e rallentando tutti, ma infilarsi a destra è da pazzi e, giustamente, fa imbestialire chi pazzo non è. Lì non te l’aspetti, lì non sempre te ne accorgi e con le velocità che si tengono in Autostrada (quando non ci sono code, cantieri e tutor ovunque) farsi male tanto diventa fin troppo facile.
Il sorpassatore a destra è il più odiato tra gli utenti dell’Autostrada e, almeno ad ascoltare gli automobilisti, batte persino il così detto “salta fila”, ossia quel guidatore che, in caso di rallentamenti, comincia a fare lo slalom tra una corsia e l’altra, pretendendo che tutti gli altri gli lascino lo spazio per rientrare quando il traffico ricomincia a scorrere. Bisogna pur dire, però, che c’è una tipologia d’automobilista che è proprio fuori classifica: il furbetto della corsia di emergenza.
Il tono, questa volta, è scherzoso, ma abbiamo già visto quanti rischi, quali pericoli e che razza di costi devono affrontare gli automobilisti in autostrada. Sui nervosismi, è chiaro, abbiamo anche un po’ giocato, ma con l’esodo estivo che giunge in questi giorni nel suo picco massimo, pur senza augurarvi di trovarvi in qualche situazione di criticità, vi chiediamo di raccontarci le vostre esperienze. Situazioni vissute, anomalie riscontrate. Insomma, storie vere accomunate da un’unica ambientazione: l’Autostrada. Perché alla fine l’unico modo per risolvere i problemi è mantenere alta sopra di essi l’attenzione, a prescindere dai toni, dalla serietà o dall’ironia.