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FIVA aggiunge Paolo Martin alla sua Heritage Hall of Fame: su un totale di 29 nomination provenienti da 16 paesi in tutto il mondo, la giuria internazionale della FIVA ha votato per le persone - sia viventi che non più con noi - che ritengono aver avuto l’impatto storicamente più significativo sul mondo dell’automobilismo. Tiddo Bresters, Presidente della FIVA, afferma: “Le leggende scelte per entrare a far parte della nostra Heritage Hall of Fame vanno dagli eroi di fama mondiale agli eroi non celebrati del mondo automobilistico storico. Dai piloti ai designer, dagli ingegneri agli uomini d’affari di livello mondiale, il nostro eclettico gruppo di eroi dell’automobilismo ha solo una cosa in comune: la passione per le automobili storiche”.
Paolo Martin inizia a disegnare automobili nel 1960 presso lo Studio Michelotti e, dopo una breve esperienza presso la Carrozzeria Bertone, nel 1967, diventa capo del Centro Stile Pininfarina a soli 24 anni. I suoi modelli più famosi includono la Dino Ferrari Berlinetta e la Rolls-Royce Camargue. Così il nostro Martin è annoverato insieme a Jean Todt, Paul Braque, Carlos Scoseria, Juan Manuel Fangio e tanti altri che hanno reso felice e radioso il mondo dell'automobile. A noi, che abbiamo visto di recente la sua performance - mostra veneziana "Visions in Design: sketches" questo riconoscimento giunge più che meritato ed opportuno.
Martin ha una dote unica ed innata di saper visualizzare già realizzato il prodotto che gli viene richiesto, di comprenderlo appieno e di saperlo riprodurre in modelli autoprodotti di eccellente fattura: famoso per le auto, apprezziamo che si sia dimostrato equamente talentuoso in ambiti diversificati, nel modellare biciclette di riferimento, sedie chirurgiche, macchinari tessili, pugnali, case prefabbricate, scarpe, motoscafi ed altro. Proprio in tema nautico, emblematica e autorevole l'affermazione dell'ing.Fabio Buzzi: "Martin ci mise più tempo a presentarsi che a progettare una barca perfetta (su scafo ovviamente FB Design): ne mandai via molti - fece nomi e firme, alcuni davvero capisaldo del design - ma Martin comprese immediatamente come doveva scendere una prua senza che avesse particolari specializzazioni nautiche"
E' piacevole annoverare più i "virtuosi" che i "famosi", perché - talvolta si scopre - non sempre le due cose coincidono. Ma, in questo caso, avendo potuto apprezzare il carattere ed il lavoro di Martin da vicino, ben lieti che vi sia anche la meritata fama.
Alessandro Sammartini