Immuni: si chiama così l'app italiana per il tracciamento del Covid-19

Immuni: si chiama così l'app italiana per il tracciamento del Covid-19
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L’ha ideata la milanese Bending Spoons che ha ceduto la licenza gratuitamente. Potrà essere utilizzata a partire dalla “Fase 2”, si ipotizza dopo il 3 maggio
17 aprile 2020

Si chiama Immuni l’app anti-Coronavirus che è stata scelta tra 318 progetti diversi dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 che permetterà di tracciare i contatti e, si spera, limitare così la diffusione del virus.

L’ha realizzata la società milanese Bending Spoons, che l’ha concessa gratuitamente alla Presidenza del Consiglio in risposta al bando lanciato dal Ministero per l’Innovazione a marzo.

La firma sull’acquisizione della licenza l’ha messa il commissario Domenico Arcuri, che nell’ordinanza ha rilevato che «il contact tracing può infatti aiutare ad identificare individui potenzialmente infetti prima che emergano sintomi e, se condotto in modo sufficientemente rapido, può impedire la trasmissione successiva dai casi secondari» e ha ritenuto che «l’uso della tecnologia in ambito di contact tracing appare in grado di dare un contributo rilevante per un tracciamento di prossimità molto più efficiente e rapido di quello tradizionale che non sempre si rivela efficace e comporta maggior dispendio di risorse».

Immuni di Bending Spoons sarà ora testata in alcune regioni pilota per poi essere resa disponibile successivamente in tutto il territorio nazionale nella cosiddetta “Fase 2”, quella cioè del progressivo riavvio delle attività produttive.

Il funzionamento della app di contact tracing della software house milanese si basa sulle raccomandazioni fornite nelle ore scorse dall’Unione Europea: raccoglie i dati cioè in maniera anonima, non si basa sul GPS rilevando dunque la posizione geografica ma solo la prossimità attraverso il modulo del Bluetooth e si può scegliere se installarla o meno.

In pratica, il software permette a un telefonino di riconoscere gli altri all’interno del suo campo d’azione e di tenerne traccia in una lista che rimane in memoria. Nel caso in cui un cittadino dovesse risultare positivo ai test, le informazioni raccolte dall’app vengono condivise con il personale sanitario in modo da inviare un messaggio di allerta a chi è stato a contatto con il contagiato.

L’auspicio è che l’applicazione venga installata ed attivata almeno dal 60% della popolazione perché sia efficace.

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