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Quest'anno le immatricolazioni in Italia toccheranno quota 1.460.000 con un calo del 23,8% sul 2019 e una modestissima crescita sul 2020 (5,7%), ma anche per il prossimo anno la previsione è quella di un livello basso con 1.500.000 auto vendute. Per questo serve un radicale cambiamento di rotta con una nuova stagione di incentivi, sottolinea il presidente del Csp, Gian Primo Quagliano. Saranno tre anni “di passione” per il mercato dell'auto. Li chiama così il Centro Studi Promotor che ha presentato a Bologna, nella conferenza annuale, le sue stime per il 2021 e per il 2022.
Le cause? Sono le stesse che hanno inciso sul risultato del 2021 e cioè la pandemia, la debolezza del quadro economico (anche se in recupero), l'insufficiente sostegno alla domanda degli incentivi statali e la crisi dei microchip. La situazione resta critica: nel triennio 2020-2022 verranno immatricolate 4.341.646 auto, mentre per evitare un ulteriore invecchiamento del parco circolante sarebbe necessario immatricolarne 6 milioni. Il Csp chiede al Governo di varare subito un piano triennale per la rottamazione di un'auto di oltre dieci anni e l'acquisto di una Euro 6D, con incentivi significativi e con l'obbligo del venditore di raddoppiarli. E' necessario anche - ha spiegato Quagliano - un piano triennale per l'acquisto di auto elettriche con o senza rottamazione e prevedere un piano organico per la transizione all'elettrico con sostegni per i punti di ricarica, adeguamento normativo per favorirne l'installazione, corretta informazione agli utenti. Per l'Unrae, "la scelta del Governo di prevedere un blocco alle vendite di veicoli endotermici a partire dal 2035, potrebbe essere condivisibile solo se fosse accompagnata da investimenti pubblici per sostenere il settore automotive in Italia da qui ai prossimi 10 anni. La transizione ecologica si ottiene con i fatti, e finora nulla è avvenuto. Condividiamo l'obiettivo di una riduzione delle emissioni, ma adesso il Governo indichi chiaramente quali sono gli strumenti per raggiungerlo". Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, chiede al governo di mettere il settore auto tra le priorità e sottolinea la necessità di avere "l'intera catena della componentistica perché la forza di un Paese si misurerà su questo e non su quante auto farà".